Date: 11/4/1907



Place: Torre del Lago, Lucca

ID: LLET000346




Carissimo Sig Giulio

Torre del Lago

11.4.07

Non risposi subito alla sua lettera perché, lo confesso, rimasi colpito, quasi direi, male impressionato - e sono stato alcuni giorni col pensiero fisso di scriverle ma non ne trovavo mai il momento - Oggi - ho riletto la lettera e l'impressione è di altra indole - vedo in essa quanto affetto Ella abbia per me e quanto interesse porti a chi sempre ha avuto per Lei la più grande fiducia e deferenza unite ad un'immutabile affezione -

Molto ci sarebbe da scrivere per discutere le ragioni che hanno affievolito il pensiero mio per la Concita fino ad abbandonarla. Non fu la paura (via questa parola) della pruderie dei pubblici anglosassoni d'Europa e d'America, non fu l'esempio di Salome a New York -

Le mie sono ragioni d'indole pratica e Teatrale -

Se caso mai ci fosse stato alcunché (non voglio chiamar Paura) che mi avesse preoccupato era il pensiero di Carmen come colori e bagliori musicali - Unico e solo punto dove a ragione qualunque maestro deve aggrottare le.. ciglia!

Nelle lunghe ore della mia riflessione, ho fatta la critica dello spettatore e del compositore d'opera. Io ritengo che il contenuto del carattere di Concita riesca inesplicabile per lo spettatore ( che bisogna non considerare abbia letto il romanzo) - Poi le diversi fasi dello strano e continuo a 2 tante volte ripetuto (5 duetti, anzi 6), formante una sola situazione la quale ha un solo scopo = la Femme et le Pantin ossia l'avviarsi ed il ritrarsi di Concita verso Mateo - Indi la scena finale la quale così come è (non parlo della parte brutale) io la credo impossibile a rendersi o meglio ad essere accettata sulla scena se non dando al teatro uno spettacolo così nature che lo stesso Aretino non l'avrebbe osato - e noti che questo finale non è possibile altrimenti (io avevo pensato di far scendere un buio provvido sull'accoppiamento).

Non parlo della mancanza di baritono, del perchè Morenito si trovi presso Conchita nella scena della griglia e che tutto il pubblico crederà che ella sia quel che non è - non parlo della constatazione finale della verginità, il gran quid essenziale del lavoro: - Come far capire al pubblico che Ella si è data pura per la prima volta e che tutto quello che appariva era Finzione? Non nego che il lavoro di Louÿs sia più che attraente - Forse bisognava decampare dal romanzo oppure dargli altra movenza che lo rendesse più chiaro agli occhi del publico e così forse si sarebbero trovati altri contrasti, altre varianti, altri episodi i quali gli avrebbero tolto quel senso di monotonia che adesso pare che abbia - 

Del resto forse colla discussione si sarebbero trovate vie nuove, ma questa discussione non si ebbe mancandomi il gran consigliere il quale non voleva allora sentir parlare di questo soggetto. Vaucaire mi portò una Concita tout à fait française mancante d'ogni carattere originale - fui io che rimisi il poeta sulla vera traccia e si seguì forse troppo il romanzo non adoperando invece un po' di più la fantasia.

Ed io so per pratica che in altri tempi e con altri soggetti e colla discussione, colla rabbia e colle gioie si arrivò a costruire su basi varie logiche e solide lavori che vivono di vita florida -

Concludo - 

Io verrò presto a Milano, fra 15 giorni al più tardi - Rimango ancora qui per ordine del medico - A voce con franca parola, con occhio sereno, colla più grande fiducia da ambe le parti, potremo fare quella discussione che io sento mancata a questo lavoro - e si leggerà la bella traduzione la quale sentirà anche a farmi conoscere un poeta, un librettista forse, pianta tanto rara, resa quasi introvabile.

Le mando tutti i miei saluti i più affettuosi tutto suo 

Giacomo Puccini



Named places
Milano

Typology lettera
Sub-tipology letter
Writing manuscript
Language italian

Physical Attributes
No. Sheets 6
Size 185 X 135 mm

Letter name LLET000346