Date: 10/7/1863



Place: Milano

ID: LLET005668




Gent.mo Sigr. Tito

 

Le accludo una lettera del ns. Sigr: Antonio giuntami questa mattina. Anche per suo consiglio profitto di questa circostanza per dirgli qualche parola degli affari miei, e perché possa bene orizzontarsi sulla mia attuale posizione gli darò un rapido cenno del mio passato, sperando che gli ozii dei bagni gli faranno parer meno grande questa mia indiscretezza.

Finiti i miei studi regolarmente nel collegio di Napoli e dato più volte saggio di quello che avevo imparato nei pubblici esperimenti che annualmente colà si tengono, mi diedi alla composizione drammatica e compita la mia prima opera Gentile da Varano, conclusi un contratto con Ronzani e nell’inverno 1856 misi in scena quest’opera al teatro Nazionale di Torino. L’esito fu felice e Ronzani volle acquistarne la proprietà, e mi scritturò per una seconda La Demente, che nell’autunno dello stesso anno misi in scena al teatro Carignano, ed anche quest’opera andò lieta di buon successo, forse a lode principale della Boccabadati e degli altri artisti che ottimamente l’eseguirono. Fui chiamato al mio paese natale Camerino pel successivo inverno 1857, ove per l’apertura di quel teatro si volle dare la mia prima opera Gentile Varano, e nell’autunno seguente Iacovacci mi scritturò per mettere in scena La Demente a Roma, opera che per circostanze inutili a riferirsi non vendei a Ronzani. Anche a Roma l’esito di quest’opera fu lieto, ma non quanto a Torino: si risentiva troppo la mancanza della Boccabadati nella parte di protagonista. Tuttavia fu eseguita per 8 sere. Le disgrazie sopraggiunte a Ronzani non permisero che allora facessi altro di nuovo, ma nell’autunno 58 fui chiamato a Jesi ove nella circostanza di feste e fiere misi in scena la Demente. Nell’inverno successivo 1859 mentre andavo a Camerino ove dovevo andare pure a mettere in scena la Demente mi avvenne la disgrazia di fratturarmi una gamba, e per guarire passarono 6 mesi! Sopraggiunsero le vicende politiche , e per un anno non si pensò più da nessuno alla musica.

Mi occupai a scrivere un’altra Opera, sopra poesia di Checchetelli, il Paria, ma non sono riuscito a metterla in scena, sebbene io l’abbia scritta con moltissimo amore. Ora mio fratello ed il Sigr Toto, che ha per me un amore di padre hanno voluto che mi scuotessi dall’abbattimento nel quale son caduto, e mi hanno spinto a venire quà a vedere se mi fosse possibile riannodare il filo della mia carriera, che tanto felicemente erasi incominciato a svolgere. Eccogli tutta la mia storia Sigr Tito mio; Lei che è sempre vissuto in mezzo all’arte e che ha nelle mani tutta la parte vitale di essa mi sia cortese de’ suoi consigli. Sono certissimo che tutto ciò che Lei mi dirà sarà il meglio che per me si possa fare ed accetterò tutto senza discussione, fosse anco di rinunziare a tutti i sogni della mia prima età. Non si dia nessun pensiero per la sua risposta, quando verrà a Milano, dalla sua campagna, infine me la darà a pieno suo comodo.

Mi perdoni se ho troppo abusato della sua gentilezza, mi ha spinto a ciò anche il riflesso che non avrei avuto mai il coraggio di dirgli a voce tutto ciò che ho scritto. Gli auguro tanto di cuore che cotesti bagni distruggano ogni germe della sua malattia; Lei però non cessi dall’aversi riguardo, e creda ne’ sentimenti della più viva stima del suo Dev.mo Servo

F. Marchetti

Milano 10 7/63 =

Transcription by Paola Meschini
Named people
Teresa Ronzani

Typology lettera
Sub-tipology letter
Writing manuscript
Language italian

Physical Attributes
No. Sheets 2
Size 208 X 135 mm

Letter name LLET005668