Date: 9/11/1917



Place: s.l.

ID: LLET007552




 

Caro Commendatore, Martedì vado a Firenze e appena sbrigato verrò subito a Milano. Le confido la seguente lettera. L’altra (la IIa)  non potrei farla espressa perché impostai tardi e sono in pensiero se l’abbia o no ricevuta. Questa è un po’ oscura ma – sembrami - eccessivamente. Ho la convinzione che questo doloroso episodio rimarrà nella storia della guerra come un episodio e basta; bisogna guardar poco la carta dall’Isonzo al Piave e molto… il mappamondo. Si diventa più sereni. Eccole la lettera, mi rincresce che cominci con un complimento per me ma tant’è glie la confido integralmente: non prenda per leggerezza questo mio contegno; se trasgredisco alla raccomandazione di M. so e sento che con Lei solo posso farlo.

“Caro F.._ Se non conoscessi l’animo tuo la tua lettera mi insegnerebbe a pregiarlo. Ti so prudente e dico a te con molta confidenza ciò che non vuole esser ridetto. La condizione delle cose è gravissima. Non si tratta della defezione di un corpo d’armata ma di un’armata intera - la seconda- quella istessa che fece miracoli di valore nell’agosto, che conquistò il M.Santo e l’altipiano di Bainsizza. I passi erano muniti di tre linee di difesa, a superare i quali l’esercito nemico avrebbe dovuto ripetere gli assalti di Verdun durante più mesi. Impiegò a oltrepassarli due ore. Due anni, duecentomila morti per rivendicare all’Italia e all’esercito suo la fama: due ore e duecentomila fuggiaschi per condannarla a vergogna - se non si ripara - di secoli. I soldati gettarono le armi gridando: viva la pace, viva il Papa! La propaganda socialista, i discorsi dell’on. Treves, la nota del prete guercio, vanitoso e citrullo produssero questo effetto. Ora ci ritiriamo sul Piave. Potremo fermare e fermarci? 

I capi degli eserciti alleati lo sperano e intanto ci mandano artiglierie e uomini: 15.000 al giorno ne giungono in 28 treni da Modane e Ventimiglia. Si minaccia dal Trentino ma di la si hanno notizie di resistenza. Purché il contagio non si estenda! Dal Veneto le popolazioni fuggono non per timore degli Austriaci ma de’ soldati nostri sbandati che fanno un po’ di Russia per non aver disertato in vano. Queste le condizioni nostre oggi. E purtroppo si piange. Ma col piangere non si ripara né s’impedisce che divenga realtà la minaccia del peggio.

Io credo che il paese possa ancora salvarsi se avrà animo di resistere. Il paese: nel governo la cui politica interna ha permesso tutto quanto conduceva alla rovina non ho fiducia alcuna. Ma il paese che sinora ha tenuto e tiene condotta mirabile, saprà imporsi anche al governo, se questo fallisca al dover suo, e alla sua bacata rappresentanza, mal nominata nazionale purtroppo. In questo contegno del paese confido. Bisogna persuadersi che si tratta per noi di vita o di morte - necessità suprema- io ho detto - resistere per esistere persuadersi e persuadere con propaganda minuta, spicciola, affettuosa, intelligente.

E quando dico resistere, intendo non con le armi soltanto resistere alle insidie nemiche. Non tarderemo ad udire offerte di pace: pace separata significa onta e fame: e i buoni patti che ci si offrissero, sarebbero anch’essi una insidia: abbandonati da tutti da tutti dispregiati e odiati, né il nemico vorrebbe mantenerli, ne noi potremmo farceli mantenere. E morremmo di carestia.

I giornali annunziano la venuta di Giolitti. Io non ci credo. Di lui come tu ricordi abbiamo molte volte parlato fra noi. Non sono di coloro che stoltamente lo accusarono traditore. Secondo me ha commesso due errori: scrivendo la lettera del parecchio e trattando, sia pure per interposta persona col principe di Bülow: ma non l’ho mai creduto né tepido patriotta né dissennato. E dissennato sarebbe se venisse in questo momento alla Camera. Certo provocherebbe disordini, de’ quali non si possono prevedere le conseguenze: poi, Giolitti alla camera, il ministero diviene virtualmente un ministero Giolitti e checchè questi dica o faccia, e in perfetta buona fede s’intende, non mai gli alleati gli crederanno: e col diminuire della fiducia, temo diminuiscano gli aiuti loro dei quali abbiamo in questo momento, crudele ma impellente necessità. Senza dire che poiché fu le mille volte annunziato che ei non poteva tornare se non dopo una sconfitta nostra, l’impressione che il paese ne avrebbe sarebbe tale da deprimerlo e da indurlo a credere irreparabile ciò che irreparabile non è.

 

Mi sono lasciato andare e ho scritto troppo lungamente, ti stringo la mano etc et-
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Dunque a presto caro commendatore! Prepareremo il trust delle operette italiane per bandire poi tutto quello che venga di là. I soggetti ci sono; guardiamo se il tentativo fatto con una guida saggia riesce!.

 

                     Affettuosi ossequi

                                   Devot.

                                         Forzano

9.11.17

Transcription by Angelo Redaelli
Typology lettera
Sub-tipology letter
Writing manuscript
Language italian

Physical Attributes
No. Sheets 2
Size 275 X 222 mm

Letter name LLET007552