Milano li 31 Ottobre 1911

 

Maestro carissimo,

 

Scusa se Le scrivo.... a macchina, ma non posso fare altrimenti.

Abbiamo letto infatti che il Costanzi darà nuovamente La Fanciulla del West ma ufficialmente noi non ne sappiamo nulla: saranno delle intenzioni che tradurranno in atto ma non senza previi accordi, per quanto riguarda gli artisti, colla nostra Casa vale a dire coll'autore.

Per Budapest Le confesso che la questione è assai delicata e complessa. Son parecchi giorni che a tale riguardo come per Torino, scambiamo lettere con Lipsia e Budapest dove havvi il nostro rappresentante Dott. Szalai, ma la soluzione possibile, dato l'uso di quei Teatri e i contratti che cogli stessi dobbiamo purtroppo stipulare, non fu ancora trovata. Mi permetta di francamente dirle il mio pensiero: noi accettammo di trattare con Budapest perché Ella ce lo raccomandò in modo espresso, noi avevamo anzi rifiutato, soltanto dopo il telegramma che la Direzione di quel Teatro indirizzò a Lei prima di partire per l'America, mutammo parere e per farLe cosa gradita, firmammo il contratto. Oggi sono già stati forniti i materiali, fatte le traduzioni, iniziate le prove e perciò il domandare la rescissione del contratto è ora cosa per noi quasi impossibile. Non c'è che Lei, quale autore, che possa mettere un veto formale. Occorrerebbe quindi che Lei indirizzasse a

2 M°. Puccini

questo proposito una lettera alla nostra Casa in modo che trasmettendola noi alla Direzione del Teatro di Budapest questa abbia a provvedere e cioè a rinunciare a rappresentare l'opera. Altro modo di scioglierci dall'impegno assunto non sarebbe possibile.

Attendo un Suo riscontro in riguardo ed intanto Le porgo a nome di tutti i colleghi i miei più distinti saluti

di Lei aff^mo

A Colombo

 

Illm°. M°. Giacomo Puccini