[28.febb.1884]

28/2  84.

Nervi

Caro Tornaghi.

Ricevo ora i due vaglia uno di seicento e l'altro di quattrocento Lire, in tutto mille Lire e ti ringrazio per la sollecitudine colla quale mi hai spedito quel denaro. Come ti dissi partirò il 3 Marzo, non andrò più al Bristol Hôtel è troppo lontano dal centro, andrò all’Hôtel Roma dove spero di trovare un pajo di camere disponibili.    

Ti prego (se lo puoi fare onestamente) di opporti al progetto delle rappresentazioni del Mefisto italiano al Teatro di Vienna. Quando le cose vanno già molto bene non bisogna complicarle, se non c’è la sicurezza assoluta del successo. A Vienna sono già abituati al loro Mefisto tedesco e se ne accontentano, lasciamoli tranquilli. Se un giorno o l’altro si potrà combinare una stagione italiana al Teatro di Corte con Faccio o Mancinelli, colla Borghi Mamo o la Teodirini [sic] o la Pantaleoni, con Barbacini, con Nannetti o Gresse o Maini, allora soltanto sarà opportuno di dare ai Viennesi il Mefisto in italiano perché allora soltanto ci sarà la sicurezza del successo. Per Vienna è specialmente una quistione di direttor d’orchestra; mi daresti i migliori fra i cantanti che ho citati, senza Faccio o Mancinelli, che risponderei ancora: no.     

Questo è il mio intimo parere.    

Oggi andrò a Genova per vedere il nostro Maestro che non ho più veduto dopo il mio ritorno da Napoli.     I miei salamelek al portentoso Rajàh.     

E tu sta sano e lieto  

tuo aff.  

Arrigo Boito