[14 e 16 Aprile 86]
Quinto. 16 Aprile
Carissimo Tornaghi.
Ricevo in questo momento la tua lettera.
Se ho risposto negativamente al gentile invito dell’Egr. Avvocato Di Giorgi è perché sto lavorando intorno ad un punto capitale dell’opera e sento che non potrei senza danno interrompere in quel punto il lavoro.
Se l’invito mi fosse venuto soltanto un mese prima avrei misurato il mio tempo e avrei accettato d’andare a Palermo senza farmi pregare perché adoro la Sicilia e desidero ardentemente di rivederla, aggiungi che a Palermo ora c’è anche mio fratello che non vedo da molto tempo e questa era un’attrattiva di più.
Del resto se la mia presenza fu qualche volta utile alla esecuzione del mio spartito, la mia assenza non nocque mai al buon successo e qui a persuaderti giova citare degli esempi:
La più clamorosa accoglienza in Italia venne al Mefistofele da Firenze dove non fui, e ciò per due anni di seguito.
Fuori d’Italia i forti successi di Barcellona dove non fui vincono quelli di Madrid dove mi recai. I successi di Vienna di Pietroburgo e d’altre città, me assente, vincono in costanza quello di Bruxelles presenziato da me. Nessuno meglio di te può verificare questi fatti.
Oggi farò una scappata a Genova per vedere il Maestro.
Saluti cordialissimi a te e a Giulio. Sta sano.
tuo
Arrigo Boito