9/5 '917

Caro Morlacchi,

ti ringrazio della buona notizia; ma ti prego di riferire:

= che ho letto e riletto per ben due volte la tua a Illica;

= che Illica non può muoversi se non dopo il 12 sua moglie impegnatissima ora in un Ospedale Croce Rossa;

= che il Copyright è liberissimo ancora perché - se ti sovviene - Tebaldini domandò a te del modo e come ottenerlo;

= ma che se Tito non scrive personalmente ad Illica il suo desiderio di un colloquio esauriente, difficilmente Illica tornerà in Via Berchet!=

Tu mi crederai se ti scrivo che ho fatto di tutto per persuadere Illica. Però debbo confessare di aver trovato in lui tutt'altro che dei rancori = anima di scatto [?] non ha rancori!; né potrebbe averne che ha troppe ragioni di affetto per Casa Ricordi!= riferisco le sue parole! Ma è anche giusto che Tito gli debba riconoscere il desiderio di vedere come Tito, venutane la occasione per seppelire l'incidente delle tre lettere lasciate senza risposta da lui, non se la sia lasciata sfuggire dimostrando ad Illica il suo buon'animo scrivendogli.

In fondo Illica non domanda né annessioni, né indennità ma la persuasione di una pace duratura e sincera “ per il buon affiatamento” come Illica dice.

Io per mio conto osservo che questa pace può anche sorridere a Tito trattandosi di ritrovare un vero e vecchio amico, non solo della Casa Editoriale Ricordi, ma della Famiglia Ricordi.

Tuo Illica