Date: 17/2/1862



Place: San Pietroburgo, Russia

ID: LLET000806




[1903/4]  [784]

Caro Tito

Pietroburgo 17 Febbrajo 1862

Non è cosa nuova per me, né per nissuno che la Scala..pur conservando per una strana e dannosa contraddizione una grande influenza artistico-commerciale,, è diventato uno dei Teatri peggiori d'Italia; un teatro che si prevale della sua riputazione d'un tempo, per credersi in diritto di metter mano sopra i lavori nostri, di lacerarli, di massacrarli, di presentarli al Pubblico in modo sconveniente e ridicolo. Gl'Impresarj non si curano né di migliorare le masse, né della mise en scene, né se i tali Artisti, sono atti, o nò, per quella tale opera. L'arte è un vocabolo senza senso, e basta loro di poter mettere un nome, od un titolo sul cartellone che presenti possibilità di qualche guadagno. Le Direzioni lasciano fare, il Governo paga, ed il Pubblico giudica come può, fischia o rimane indifferente a danno gravissimo della riputazione d'Autore, de' suoi interessi e di quelli dell'Editore. Son dieci anni che ripeto la stessa canzone, perché già da dieci o dodici anni vedo malmenate in quel teatro quasi tutte le mie opere (perfino il Trovatore cadde quando venne eseguito per la prima volta alla Scala!!) – Nel mio passaggio da Piacenza ti dissi che avesti torto di concedere il Ballo in Maschera. Te ne accennai le ragioni, ed ora hai visto se diceva il vero, e se quell'opera poteva essere nell'insieme eseguita in maniera più meschina. Si parla di monopolio, di abuso di proprietà, e se ne parla con tanta impudenza quale non si adoperò maggiore per condannare i Ladri della proprietà altrui. Mentre gli sforzi degli Italiani sono rivolti a mettersi a livello delle grandi nazioni che garantiscono e rispettano i diritti d'Autore (il frutto dell'intelletto, la più legittima delle proprietà) sarebbe curioso che io non potessi disporre delle note mie nel modo che mi pare più conveniente! alcuni opinano che non si dovrebbe far opposizione ad un teatro sussidiato dal Governo, ed io penso invece, che appunto perché il Governo lo sussidia, si ha diritto di pretendere che li spettacoli vengano dati in modo da recar lustro e decoro all'arte. Se gl'Impresarj e le Direzioni non vogliono, o non sanno farlo, allora tocca agli Autori ed agli Editori di por freno al disordine. Ma oramai su tale argomento abbiamo speso troppe parole e basta.

Ti scrissi che non sarebbesi data a Pietroburgo La Forza del Destino nella corrente stagione, ma nel principio della ventura. Il contratto che esiste fra me e te, cade naturalmente; in ogni modo, se a te conviene mantenerlo resti pure com'è, soltanto domando di aggiungere il seguente articolo."L'Editore si obbliga di non concedere il nolo dell'opera La Forza del Destino in nissuno dei principali Teatri e specialmente in quello della Scala, senza l'approvazione dell'autore" –

       A giorni partirò da Pietroburgo;

       mi fermerò un poco a Parigi,

       e ci vedremo od a Torino, od

       a Piacenza- Colà combineremo

       tutto. Addio add., e come

       al solito

       Aff tuo

       G.Verdi

[nota manoscritta di altra mano, ora superata: L'Originale è allegato al Contratto per La Forza del destino]

Copia

Caro Tito

Pietroburgo 17 febbrajo 1862.

Non è cosa nuova per me, né per nessuno che la Scala ,,pur conservando per una strana e dannosa contraddizione una grande influenza artistico commerciale,, è diventato uno dei peggiori Teatri d'Italia; un teatro che si prevale della sua riputazione d'un tempo, per credersi in diritto di metter mano sopra i lavori nostri, di lacerarli, di massacrarli, di presentarli al Pubblico in modo sconveniente e ridicolo.- Gl'Impresarj non si curano né di migliorare le masse, né della mise en scene, né se i tali Artisti, sono atti, o nò, per quella tale opera. L'arte è un vocabolo senza senso, e basta loro di poter mettere un nome, od un titolo sul cartellone che presenti possibilità di qualche guadagno. Le Direzioni lasciano fare, il Governo paga, ed il Pubblico giudica come può, fischia o rimane indifferente a danno gravissimo della riputazione d'Autore, de' suoi interessi e di quelli dell'Editore. Son dieci anni che ripeto la stessa canzone, perché già da dieci o dodici anni vedo malmenate in quel teatro quasi tutte le mie opere (perfino il Trovatore cadde quando venne eseguito per la prima volta alla Scala!!) – Nel mio passaggio da Piacenza ti dissi che avesti torto di concedere il Ballo in Maschera. Te ne accennai le ragioni, ed ora hai visto se diceva il vero, e se quell'opera poteva essere nell'insieme eseguita in maniera più meschina. Si parla di monopolio, di abuso di proprietà, e se ne parla con tanta impudenza quale non si adoperò maggiore per condannare i Ladri della proprietà altrui. Mentre gli sforzi degli Italiani sono rivolti a mettersi a livello delle grandi nazioni che garantiscono e rispettano i diritti d'Autore (il frutto dell'intelletto, la più legittima delle proprietà) sarebbe curioso che io non potessi disporre delle note mie nel modo che mi pare più conveniente! alcuni opinano che non si dovrebbe far opposizione ad un teatro sussidiato dal Governo, ed io penso invece, che appunto perché il Governo lo sussidia, si ha diritto di pretendere che li spettacoli vengano dati in modo da recar lustro e decoro all'arte. Se gl'Impresarj e le Direzioni non vogliono, o non sanno farlo, allora tocca agli Autori ed agli Editori di por freno al disordine. Ma oramai su tale argomento abbiamo sparse troppe parole e basta.

Ti scrissi che non sarebbesi data a Pietroburgo La Forza del Destino nella corrente stagione, ma nel principio della ventura. Il contratto che esiste fra me e te, cade naturalmente; in ogni modo, se a te conviene mantenerlo resti pure come è, soltanto domando di aggiungere il seguente articolo,,L'Editore si obbliga di non concedere il nolo dell'opera La Forza del Destino in nissuno dei principali Teatri e specialmente in quello della Scala, senza l'approvazione dell'autore

A giorni partirò da Pietroburgo; mi fermerò un poco a Parigi, e ci vedremo od a Torino, od a Piacenza.

Colà combineremo tutto. Addio, addio, e come al solito

Affmo tuo

Sott° G.Verdi

Transcription by Archivio Ricordi

Typology lettera
Sub-tipology letter
Writing manuscript
Language italian

Physical Attributes
No. Sheets 1
No. Attachments 1
Size 250 X 195 mm

Letter name LLET000806