Al Signor Giovanni Ricordi

Negoziante di Musica

Contrada degli Omenoni

Milano

Amico Carissimo

Palermo li 6 Febbraio 1843

Quando la verità viene massacrata dalla malvagità degli uomini, quando per uno spirito di animosità si vuol far credere nero il bianco, è giusto che anche l’essere il più [****] si riscuota dal suo letargo ed innalzi la sua voce contro coloro che sotto il manto dell’ipocrisia scendono a nuocere al suo simile. Perdona perciò, mio carissimo Giovanni, s’io con qualche ragione vengo a dolermi con te della poca onestà de’ colaboratori della tua Gazzetta Musicale. Porre in dubbio l’esito della mia Fidanzata? Quale altra opera in Napoli ha eccitato entusiasmo simile? Con diciotto recite che fino ad ora hanno avuto luogo S. Carlo rigurgitava di spettatori. Tutti i Giornali della Capitale, e non certo da me compri [sic] (poiché in Napoli non si fa mercimonio di articoli) e per [*******] [***] [****] scialano, non fanno fede bastante della verità di questo mio nuovo Trionfo? Che si vuole di più! Si pretende forse giudicare del merito di questa mia Produzione alla distanza di 500 Miglia? Egli è vero che taluni dotati dalla natura di certe orecchie lunghissime possono con l’organo acustico sentire a modo loro e quindi emettere il loro parere; ma in questo caso io mi attengo al giudizio dell’intero Popolo Napolitano e non già a quello di qualche mio detrattore! - Questo è uno sfogo ch’io faccio allo amico e nulla più, poiché crederei abbassarmi s’io dirigessi le mie giuste lagnanze a miei colleghi! -

Ho detto, ho detto e adesso prendo fiato. -

La mia nuov’opera Maria Tudor andrà in iscena il dì 11 corr. Io parto per Lucca il 14. Colà attendo tue Lettere. Lucca ha dunque ricompensato la mia fidanzata per £ austriache 10000? Questa è una prova convincente del poco merito di questo mio lavoro! Addio. Ove valgo io servirti non mi risparmiare. Credi in tutto alle proteste di sincera stima, ed amicizia

Il Tuo Pacini