Date: 10/1/1922



Place: Coblenza, Germania

ID: LLET003188




10-1-22

Illustrissimi Sig. G. Ricordi e Co

Milano

Mentre invio alle SS. VS. i migliori auguri per l’anno testé incominciato, mi pregio informarLe che sto preparando il libretto di Sakuntala„ nel senso da loro desiderato. È certo che, libero dai molti vincoli musicali, il testo acquisterà non poco in eleganza e in poesia. Avrei adottato tale sistema volentieri già in altri lavori (tanto in Germania il buio è così fitto che nessuno può leggere durante l’esecuzione) se avessi potuto supporre che ciò fosse di loro gradimento. Non dobbiamo però illuderci che per questo i criticoni di questo Paese riconosceranno alla riduzione d’Alfano i suoi pregi, anzi mi pare già di sentirli gridare al sacrilegio e vederli versare lacrime di coccodrillo sulla violazione della tomba di Kalidava. Giacché non vi è nulla che freni la lingua di questi detrattori di professione, non sincerità di sforzo, non magistero riconosciuto, non genialità indiscussa. Per quest’ultimo caso ecco un esempio: In primavera si diede all’Opera di Stato di Berlino (per la 1a volta!) la Tosca. Come programmi si usa vendere colà dei veri opuscoli con cenni – e che razza di cenni – sull’autore e la sua arte. Ebbene, un grande giornale berlinese, non affatto tenero per l’Arte italiana, notò allora come fosse veramente grottesco e scandaloso dare al pubblico, in una serata dedicata a Puccini, un programma dove tutta l’Arte del Maestro veniva solennemente stroncata. Ostilità sorda ma, per Puccini, vana! Come quando si diede a Colonia il Trittico – io volevo naturalmente andare a sentire il lavoro da me tradotto nonché godermi i geniali accenti del venerato Mestro. (L’Opera ebbe successo, ma i critici ne scrissero con una superbia insopportabile e in poche righe, come di cosa priva d’importanza, oltre che brutta, volgare e, salvo lo Schicchi, noiosa.) Però io contavo su un certo numero almeno di rappresentazioni, e così non potendo andarci subito, attendevo un’occasione. Ebbene, quando potei andare, il Trittico era già tolto dal repertorio, dopo non so se soltanto 3 o 4 rappresentazioni! Notai pure che la 2da era stata fissata ben dieci giorni dopo la première, e questo mi parve un tiro premeditato contro il lavoro pucciniano, giacché per quale ragione non si ridava l’opera quando l’interesse del pubblico doveva essere più vivo, cioè nella settimana dopo la première? E non era rinvio per malattia improvvisa era stampato già prima così, come per esempio fosse:

Trittico di G. Puccini

Ia rappres. Oggi 10 gennaio

IIa 20 ”

Molto tempo dopo seppi che il Trittico (che io non son riuscito a vedere!) non aveva fatto niente„ a Colonia. E sfido io, con quei sistemi lì!! Assalti combinati fra Teatro e Stampa – ma un Puccini può ridersi anche di questo. Insomma, le camorre teatrali ci sono anche altrove, non solo in Germania, ma una critica così unanime nella più sfacciata malevolenza non l’ho vista mai fuori di Germania. Basta, pel giorno che qualche lavoro mio si esegua (non è mica escluso che prima di morire io veda un tal giorno) io – pel lato critica – sono preparato a tutto, dal disprezzo monosillabo o addirittura silente al più sanguinario cannibalismo, dall’elogio canzonatore al biasimo infamante. Uomo avvisato mezzo salvato„– non sarà di quei colpi lì che morrò. L’ostilità contro tutto ciò che è musica italiana rinforzerà l’ostilità permanente contro tutto ciò che appare estraneo alle correnti qui ammesse in fatto di musica seria – correnti che possono prendere nomi diversi, cioè Strauss, Mahler, Pfitzner, Reger, Schreker: tutti maestri che come musicista ammiro e spesso amo, ma i quaali, come correnti„ non riescono a trascinarmi mai, forse perché io non sono interamente …. musicista (sono un musicante?). Ed è certo che questa critica non mi perdonerà di essere io, tedesco, a questi lumi di luna niente che un allievo (indegno del resto, ma sincero) della scuola italiana (che non ha nome se non forse – ma con un valore di simbolo – quello di Giuseppe Verdi) e alla quale riconosco un valore universale e direi umanitario, scuola che lascia tutte le libertà all’individuo, di qualunque nazione sia, tranne quella d’infischiarsi di melodia ritmo e forma, e di quello che i Greci chiamavano καιρός„ [kairos= momento opportuno] (a cui non trovo termine adeguato nelle lingue moderne).

Scusino se mi sono dilungato e si abbiano i miei più distinti ossequi

Alfred Brüggemann

=P.S.= Sarei grato alle SS.VV. se volessero inviare £ 300 a mia moglie, a Napoli, in conto dei miei lavori. E tante grazie.

Transcription by Michele Girardi


Typology lettera
Sub-tipology letter
Writing manuscript
Language italian

Physical Attributes
No. Sheets 2
Size 218 X 142 mm

Letter name LLET003188