Carissimo Amico!

Vicenza 5/1 56.

Se non ho prima d’ora riscontrato la gentilissima tua, si fù [sic] perché sperava di poterti dare buone notizie della mia famiglia. Ma così non è. Ritornato da Milano trovai il mio povero fratello in uno stato di salute, veramente deplorabile. Alla solita affezione polmonare, si aggiunse una terribile vomica che lo rende affanatissimo [sic] , ed io ho in core, che sia molto difficile salvarlo. Se tu lo vedessi negli accessi a cui va di frequenta soggetto, ti assicuro che saresti forzato a piangere, nel vedere tanti patimenti! Figurati ora quel che sia il mio stato! Sono cinque giorni che batto il mio piano, per cercare di finire l’incominciato mio lavoro, ma esso non mi risponde che aridamente, e senza effetto. Infatti come è possibile che la creazione si risveglia, se lo spirito che la fa muovere è affranto?...

I gentili auspici di cui fosti tanto cortese nell’ultima tua lettera, non si avverarono fatalmente. Ciò nulla meno io te ne ringrazio di tutto cuore, anche a nome della mia famiglia, che augura a te e a tutti i tuoi le più sincere felicitazioni pel novello anno.

In quanto all’affare di Napoli, sta sicuro che mi comporterò a norma delle tue istruzioni. In quanto all’affare del Pietro D’Abano, aspetto a vedere qualche miglioramento in mio fratello per parlargliene. Egli ne andrebbe certo rincrescente, se lo facessi senza il suo assenso, che certo sarà in senso positivo. Non cesso di ricordarmi delle tue tante gentilezze a Milano, e te ne ringrazio di nuovo. Non mancare di ricordarmi con tutto il rispetto alla tua Signora moglie, Sorella, e figli. Al Sig.^r Cerri pure, che mi fu sommo piacere di conoscere per la prima volta, ed a cui professo immensa stima, pel suo bel criterio, ed aggiustatezza d’idee. Io credo che sarebbe un bravo diplomatico! Di nuovo tanti saluti dalla mia famiglia. Continuami la tua amicizia che sommamente apprezzo e credimi

Tuo aff. Amico

Giuseppe Apolloni