Date: 18/2/1847



Place: Roma

ID: LLET004289




E.mo Amico

L'Avv.o Vaselli significò a Tosi, che tu mi avevi scritto, e che tenevi una scatoletta a me inviata dal Duca di Mecklemburg Strelitz. Chi sa ove siasi arenata la tua lettera! Io non la vidi certo, benché desideratissima. Favorirai far tenere la scatoletta a mia madre Teresa Bazzini in Brescia, a cui ho già scritto in proposito, e lo potrai col mezzo di Quadri, o come meglio.
So che la tua Gazzetta Musicale ha già riferiti i miei successi di Napoli al Fondo, ai Fiorentini, ed a Castellamare [sic], riassumendo gli articoli dell'Omnibus, del Cicerone etc. Credo pure che abbia accennato l'esito de' miei Concerti in Sicilia, come dagli articoli di essi giornali, e segnatamente della Falce etc. Se ciò non fosse spero che vorrai pubblicarli, e te li do in un fascio. A Palermo ho dato tre Concerti al Teatro Carolino, ed ottenni folla, ed entusiasmo; ebbi il diploma di Socio d'onore di quella Accademia Filarmonica. A Catania ne diedi due in sei giorni. Al secondo il Teatro era così riboccante, che si posero sedie ne' corridoi, e molti non ottennero ingresso. Fui pure festeggiato, e bene compensato da quei ricchi padri Benedettini in una soirée al loro convento. In Messina diedi pure tre Concerti in sette giorni con molto concorso, e con plausi e repliche etc. In generale posso dire che in Sicilia trovai pe' miei cantabili di Bellini un trasporto frenetico. In Roma ho dati quattro Concerti al Teatro di Torre Argentina, ed uno nella Sala del palazzo Sinibaldi, col
biglietto ad un colonnato. Il giornale di Ferretti e di Tosi ne ha già dato conto con varii articoli. Fui nominato Socio d'Onore della Congregazione ed Accademia di S. Cecilia, e lo sarò della Grande Accademia Filarmonica. Non so se nella tua Gazzetta siasi pubblicato ch'io ebbi la nomina da S.M. l'Arciduchessa Maria Luigia, Duchessa di Parma di suo virtuoso di Camera, e di Capella [sic] Onorario = e che S.M. Il Re di Prussia mi inviò col mezzo del Ministro a Napoli la Grande Medaglia d'oro di premio per le Arti. Forse io tornerò a Napoli per dare tre Concerti a S. Carlo, se quella amministrazione accetta le proposte condizioni, altrimenti andrò diritto a Fiorenza, ove sono atteso di nuovo, appressandomi così al suolo Lombardo. E voi altri Milanesi che fate? La musica penetra nelle midolla delle vostra ossa, ma la vera musica, intendi, o siete apatici e forse preferenti un pollo arrosto a tutte le composizioni, ed a tutti gli Artisti strumentali? So che andate pazzi per piedi danzanti, che per le sgambettate di una donna divenite frenetici, come ossessi; ma ignoro se qualche mutazione atmosferica sia avvenuta nel senso di un gusto più elevato. Ma giacché
comincio a versare alquanta bile, voglio pure toccare di un'altro [sic] amaro, che mi
sta sullo stomaco. Ti ricordi quand'io suonai alla Scala il mio Concerto dedicato a Sphor [sic], e che tu hai ristampato? Ti risovvieni che sbadigli, che conversazioni, che cenni di noja coprivano il suono del mio povero Violino? Sembrava che quella composizione avesse tutto il narcotico della China. Ma non la piglio con quel poco pubblico male assortito, che vi assisteva: Sai tu con chi? Con la tua severa Gazzetta banditrice del buon gusto, che senza pigliarsi la briga di esaminare pacatamente
quella composizione, si sottoscrisse pienamente al giudizio di quel pubblico, che pure in altra occasione flagellò al Carcano. Orbene quel Concerto sappi che è acclamato in Germania, che Ernst lo ha affigliato al suo Repertorio, e ne trasse grande partito a Vienna, a Pesth, a Berlino etc. e per una prova ti mando un Articolo del Vossische Zeitung di Berlino. (Ti acchiudo il testo che potrai far tradurre ed anche una versione, ma fatta a casaccio). Tu lo hai stampato, e la tua Gazzetta Io ha vilipeso senza curarsi di esaminarlo, vale a dire lo ha condannato alla Turca! Ma sia fine al corruccio, ed al parlare di me; e mi raddolcisco alla rimembranza di quel buon risotto Milanese che mangiai da te l'ultima volta; pensa soltanto ad una emenda da buon Cristiano in quella stessa Gazzetta, dacché siamo nella penitente Quadragesima.
Salutami caramente Tito, la gentile sua moglie, Grolli, e tutti gli amici.
Roma 18 Febbrajo 1847.

Tuo Aff.° Amico
 A. Bazzini

Transcription by Archivio Ricordi


Typology lettera
Sub-tipology letter
Language italian

Physical Attributes
No. Sheets 1
Size 252 X 192 mm

Letter name LLET004289