Date: 29/8/1914



Place: Napoli

ID: LLET006663




= Napoli, 29 Agosto 1914 =

6, via Mariano D'Ayala

 

 

Caro Comm. Tito,

 

ho letto stamane sul “Corriere” l’annunzio della Stagione autunnale al Dal Verme e il programma che vi si svolgerà. Ella può ben immaginare con quanta e quale dolorosa sorpresa ho notato la soppressione della mia opera. Dopo aver atteso per degli anni che si realizzasse il mio vivo desiderio che è stato e sarà sempre quello di dare la mia opera a Milano e quando, finalmente, credevo di aver raggiunto il mio sogno, ecco che esso è stato così crudelmente stroncato. Se a causa di questa sciagurata guerra il Dal Verme avesse rinunziato alla stagione la mia piva sarebbe stata assai minore e mi sarei rassegnato al destino comune; ma vedere escluso dal programma solo il mio “Ramuntcho” mi reca un profondo dolore e una grande tristezza, pensando anche al danno materiale e morale che me ne deriva. Tutti, infatti, sono in diritto di pensare che la mia sia una delle purtroppo assai comuni opere nuove, uno dei soliti aborti sui quali non si può avere la minima fiducia e che compaiono e scompaiono dai cartelloni secondo le circostanze, l’opera del giovane autore, insomma. Ora tale giudizio che può essere al caso presente giustificatissimo nuoce enormemente a me e all’opera, nella quale ho la fede più incrollabile come lavoro musicale e teatrale nel senso più preciso della parola, fede, del resto non soltanto esclusiva e mia, come autore, ma confortata dall’opinione dei pochi che la conoscono. A questo aggiungo la considerazione che anche in un periodo cattivo e sfavorevole per tutti i teatri, il “Ramuntcho” avrebbe avuto la virtù di fare degli incassi magnifici superando quelli di tutte le altre opere che verranno montate al Dal Verme. Questo è il mio convincimento e penso che la Direzione del Teatro ha soppresso la mia opera senza alcun criterio e alcuna ragione giustificabile, mentre poi dà il Crepuscolo che sarà un monumento magnifico e un capolavoro al quale m’inchino, ma non ha avuto mai, almeno in Italia, la virtù di riempire le platee. L’unica scusa per il Signor Poli è quella che egli non conosce la mia musica, ed in questo caso ha agito seguendo la tradizione: opera nuova ... fiasco sicuro! Spero che il tempo e la fortuna, che fin’ora mi [sic] è stata così avversa, mi daranno ragione. Deve venire anche per me, una volta, il mio quarto d’ora, perché così non può continuare per sempre! Io anelavo questo momento, che credevo finalmente giunto, di spezzare la catena di ferro che m’inceppa i passi, di sfondare la nuvola nera che mi nasconde ancora oggi il cammino, ed ecco che imprevedibili circostanze mi respingono ancora, sempre nel buio! Aggiunga a questo che per me la prossima rappresentazione del “Ramuntcho” non assumeva solo un’importanza artistica ma era, ed è, principalmente una questione finanziaria. Questa maledetta guerra Europea ha inghiottito quel poco che ero riuscito a salvare, a suo tempo, nel dissesto economico che mi ha così crudelmente provato e di cui Le feci parola a Milano. Il piccolo spiraglio di luce si è chiuso ed invero il successo della mia opera sarebbe stato provvidenziale per il presente e per l’incerto futuro. Dopo l’esito felice del “Ramuntcho” Ella mi avrebbe certo proposto un contratto per un’opera nuova e mi sarei messo al lavoro tranquillo e fiducioso di poter vivere anche modestamente ma senza preoccupazioni materiali. Ora invece mi tocca di attendere ancora chi sa quanto e condurre una triste vita di espedienti di lotte e di disagi. Io non ho grandi aspirazioni né di gloria né di ricchezze: a me basta un poco di tranquillità e il lavoro, che amo soprattutto. Ora anche ciò mi è tolto dal destino avverso e Le giuro che sono davvero avvilito. Non ho più neanche la calma che è stata sempre una prerogativa del mio temperamento ed i miei nervi cominciano a sentirne il contraccolpo! Mi scusi se Le reco un po’ di tristezza con le mie parole in questo momento in cui anch’Ella avrà le sue preoccupazioni a causa della guerra. Mi voglia del bene e mi consideri. La sua stima e il suo appoggio e la buona fiducia in me sono il mio solo conforto e mi aiuteranno a sopportare con rassegnazione la crisi di questo terribile momento con la speranza di un futuro migliore! Le stringo la mano affettuosamente. Suo Stefano Donaudy

Transcription by Simone Majocchi
Named works
Ramuntcho

Named theatres
Teatro Dal Verme

Typology lettera
Sub-tipology letter
Writing manuscript
Language italian

Physical Attributes
No. Sheets 1
Size 277 X 215 mm

Letter name LLET006663