Genova 1 Maggio 65

Mio carissimo Tornaghi. Domani comincio a concertare con Mariani al cembalo in teatro. Della Lucia non faranno più che una prova d'orchestra prima d'andare in scena, e questa andata in scena verrà protratta fino alla fine della settimana perché domani o dopo andranno col secondo ballo. Cotogni sa già la sua parte a memoria e la canta con vera passione, la Tiberini è lì lì anco lei per saperla, e suo marito è ancora un po' indietro causa la lunghezza della parte e la poca facilità (diciamolo in gran segretezza) che ha di leggere musica; tuttavia sente bene il suo personaggio, studia con amore, e spero che, ajutato com’è dalla sana intuizione artistica, farà degnamente il debito suo. Quanto la Corani, parve che l'avvertimento un po' risoluto dell’Impresa facesse effetto, perché accettò, benché a malincuore la parte che le avevo affidata, e spero che se la studierà con buona pace sua e della mamma (perché c'è anche la mamma) la quale, mi dicono, seguita a strepitare perché la si fa cantare vicino a un’altra prima donna l'impareggiabile sua figlia. Vedi un po' che debolezze e pregiudizi! Spedisci subito al teatro la copia della partitura perché desidero che Mariani l'abbia sott'occhio durante le prove di cembalo, e, se son già rivedute, le parti d’orchestra tanto per fare una spedizione sola. Del resto quello che più mi preme d'avere per ora è la partitura per la ragione che t’ho detta. Con altra mia ti manderò i nomi degli attori che farai stampare sui libretti. Non so se sia il clima di Genova, o la disposizione dell'animo, ma io sono terribilmente nervoso: ho addosso la febbre della fretta e mi pare che il tempo non passi mai! Spero che avrai ricevuto l'ultima mia lettera, scrivimi e ricordami con affetto a Giulio, alla sua signora, e agli amici che vorrei tutti vicini per farmi coraggio. E il signor Tito come sta? È sempre sul lago? Addio addio.

Tuo F. Faccio