Date: 7/2/1857



Place: Venezia

ID: LLET007081




Sig. Tito di Gio. Ricordi
Milano
Venezia 7 Febbrajo 1857
Ogni volta e sempre più devo ringraziarti della premura con cui ti adoperi per me, e qualunque sia l’esito delle pendente quistione io te ne sarò egualmente grato. Apprezzo la tua opinione che in questo affare sia migliore cosa l’accordarsi a voce, e se ti è possibile meglio a Venezia che a Milano. L’Aroldo qui andrà in scena nella prima Settimana di Quaresima, cosiché [sic] dopo il carnevalone puoi benissimo venire a sentirlo senza aspettare le prime rappresentazioni del Villanis che saranno le ultime della stagione. Dell’esito dell’Aroldo ho tutte le ragioni di sperar benissimo ad onta della strane schifiltà del nostro pubblico, il quale nojato fino adesso da musiche ed esecuzione mediocri o peggio, sarà beato d’udir la musica di Verdi interpretata da quegli stessi artisti per cui fu scritta. Anche alla Bendazzi mi pare che la parte debba star molto bene. Tutte le volte che parlo col presidente Tornielli [Giovanni Battista, nel 1857 Presidente anziano e agli spettacoli del Teatro La Fenice di Venezia] non cesso dal raccomandargli l’accurato concerto e meccanismo dell’ultimo atto da cui dipende buona parte dell’effetto, e so che il Bosoni [Ercole, direttore d'orchestra] ed il Caprara [Luigi o Carlo Caprara, macchnisti del Teatro La Fenice di Venezia] ci porranno tutto il loro ingegno. La messa in scena sarà splendidissima. Se non vai a Napoli, nessuna miglior occasione d’udir l’Aroldo ben eseguito, ben concertato e allestito a dovere!... Se poi decisamente parti per Napoli non ho che da invidiarti, perché mi pare che s’apparecchi a Verdi un accoglimento degno del suo nome e della sua gloria. Così vanno le cose di questo mondo! Nell’alta Italia una volta si festeggiava il giovane compositore e a Napoli lo si disprezzava! adesso qui gli si fa il muso duro, e al Sud invece lo si porta in trionfo al solo suo apparire. Adunque siamo intesi. Se non parti per Napoli, ti aspetto a Venezia per l’Aroldo nella prima o seconda Settimana di quaresima: se no ad un tuo cenno verrò io stesso costà, che non mi mancheranno ragioni da motivare la mia gita. Così a voce potremo intenderci benissimo per tutto, e per mio conto avrò il sommo piacere di stringerti con tutto il cuore la mano. Non voglio importunarti con altre chiacchiere per dimostrarti quanto a cuore mi stia questo affare da cui può dipendere tutto il mio avvenire. Mi affido alla tua provata amicizia e mi protesto con la solita stima ed affezione
Tuo aff.
F. Filippi
[Non è chiaro come la terza e la quarta pagina di questo documento siano connesse a quanto precede. Anche il contenuto non appare congruente con quanto precede]
 
Dalla sua precipitata rinunzia, dal successivo pentimento, dal modo con cui accenna molto ipoteticamente alla probabile effettuazione nell’avvenire del nuovo ordinamento della Gazzetta, mi pare che il Mazzucato versi per lo meno in quella irresolutezza ch’è tutta sua in ogni cosa. Sulla necessità che il Redattore di un foglio Musicale come il tuo, sia del tutto indipendente, privo di influenze di cariche della medesima indole, egli il primo ha convenuto. Il suo decoro non è tocco, anzi riceve maggior lustro. Il suo interesse è scemato così poco che la perdita diviene incalcolabile, anche prescindendo dai tanti mezzi ch’egli ha di supplirla a mille doppi! Non so adunque spiegare la sua duplice incertezza, da un lato di cedermi la Redazione, e dall’altro di accettare il cospicuo posto di concertatore, se non fosse che la spiegazione sta tutta nell’indole del suo carattere e dell’ingegno medesimo. Mi duole solamente che nella lunga indecisione io non posso restare in aspettativa senza mio grave scapito, appunto perché oggidì la mia posizione è tale che devo pensare sul serio a qualche cosa di stabile, onde mantenermi in quella onorifica condizione ch’esige una educazione datami dal povero padre mio con illimitato sacrificio di sé medesimo. Posto che mi dimostrasti tanta premura, carissimo Tito, ti prego adunque di definire questa faccenda se ti è possibile al più presto, con mio vantaggio, con la solita indeclinabile condizione che il Mazzucato lo faccia di buon grado, spontaneamente restando attivo collaboratore del Giornale. Quanto a me cercherò con ogni mio mezzo di mostrarmi degno della tua fiducia, della tua amicizia, e della benevolenza con cui mi tratta in questa circostanza il Mazzucato.
Leggerai ciò che scrivo a Giulio del Crepuscolo: ricordami singolarmente alla tua gentile Signora, al Sig. Cerri, e credimi con vera stima ed amicizia
Tutto tuo aff.
F. Filippi
A Venezia tutti godono dell’Aroldo, ed io spero assai bene per moltissime ragioni.
Transcription by Giovanni Vigliar

Named works
Aroldo

Typology lettera
Sub-tipology letter
Writing manuscript
Language italian

Physical Attributes
No. Sheets 2
Size 212 X 130 mm

Letter name LLET007081