Carissimo amico!

Non ti ho spedito né da Bergamo, né da Vicenza, né da Venezia la promessa lettera pel Sig. Carini direttore del Courier Franco-Italien perché il mio carissimo amico Leone Fortis per non far mai torto alla sua proverbiale smemorataggine non si fece premura di spedirmi quell’accompagnatoria senza la quale m’è impossibile d’indirizzare un mio scritto al Carini. Nella continua speranza che mi venisse da Milano la sospirata lettera dal Fortis, ho tardato a scriverti e nella tergiversazione ho compresi la Sig. Beppina, e il tuo Giulio a cui devo tanti e cordiali ringraziamenti. Oggi ebbi dal Fortis un laconico biglietto, e non una parola del Carini: figurati la mia rabbia. Mi parla brevemente dei suoi affari e mi dice ch’entro la settimana viene a Venezia: io per’altro nol credo, e appunto per questo penso di porre il carro avanti i buoi e di fabbricare una lettera pel Carini senza aver sott’occhio il preciso tenore dell’accompagnatoria del Fortis. Faccio così per non perder tempo, che ormai n’è scorso anche di troppo. Tu cerca a Milano il Fortis, prendilo pel collo, chiudilo prigione, e non liberarlo fino a ché [sic] non ti abbia scritta la lettera in questione. Se per un caso straordinario e imprevedibile mantenesse la promessa e fosse di questi giorni a Venezia bon gré mal gré gli carpirò la lettera per Carini che mi preme moltissimo. Avutala te la spedirò a posta corrente.

Non puoi immaginarti come parli tuttogiorno a Venezia della tua bella e simpatica Milano, e della vostra vera e amichevole cordialità. Anzi per non toccar le suscettibilità veneziane, devo qualche volta sforzarmi a frenare i miei entusiasmi. Era un gran pezzo che non passava un mese così allegro contento e spensierato: dopo le tante traversie era pur tempo.

Colgo questa prima occasione per dimostrare anche all’amabile tua Sig. Giuseppina e al bravo Giulio gli eguali sensi d’amicizia e gli eguali ringraziamenti per le tante bontà e gentilezze di cui mi colmate.

Ricordami al carissimo Mazzucato al Sig. Cerri agli amici tutti e porgimi presto l’occasione di poterti in qualche modo retribuire.

Abbiti cordiale stretta di mano e credimi con tutta stima

Tuo aff.

F. Filippi

Venezia 17 Xbre 1857