Date: 12/3/1858



Place: Venezia

ID: LLET007097




Sig. Tito di Gio Ricordi Milano
 
Carissimo amico!
Venezia 12 Marzo 1858
Il comune amico Gallo ti avrà date notizie del nuovo tenore Sarti che aggiustò alla meglio il maltrattato Aroldo. Voce ne ha poca e poco omogenea; possede [sic] a differenza del Pancani molto criterio artistico, accenta benissimo la Musica, agisce sensatamente. Il quarto atto e specialmente l’Angele Dei ebbe da lui maggior risalto, e fu contro l’usato applauditissimo. Infatti sarebbe il vero momento di far la scappata con Giulio anche senza sentir l’opera del Villanis che non andrà in scena certo prima del prossimo giovedì.
Ho assistito ad una prova d’Orchestra del Vasconcello ed udii più di mezza l’Opera. Vi andai con poca prevenzione, ché alcuni pezzi della Giuditta di Kent veduti al Piano mi parvero ben fatti ma d’un imitazione [sic] di Verdi troppo sfacciata. L’opinione che io ti dò adesso non è né completa, né precisa, perché non vidi che una prova sola e non tutti i pezzi dell’opera. Così mi pare di doverti dare un giudizio piuttosto commerciale che artistico. Certo un tipo marcato, e originale come lo si deve pretendere dai grandi compositori in quest’opera non v’ha: e questo il pubblico non avverte gran fatto. Mi pare che l’importante nella quistione stia nella esistenza di melodie, di canti nuovi, e nell’effetto. La Musica del Villanis è chiarissima, istromentata perfettamente, condotta con una logica che non è comune negli autori dei nostri giorni. Il libro del Sorella Solera, castrato dalla censura, ha bellissimi versi, e quel che più importa belle situazioni, nuove e interessanti. Anche nella costruzione dei metri, nell’ordito dei dialoghi e dell’azione il poeta ha saputo trovare delle forme così nuove che il compositore stesso è stato costretto a fabbricarvi sopra della Musica che nelle forme è veramente di fattura e di una novità assolutamente rimarchevole. I canti sono spontanei, graziosi, e qualche volta nuovi. I punti di effetto non vi sono cercati sistematicamente, ma distribuiti convenientemente colle relative mezze tinte. Ho notata una cosa che per l’impressione che può destare questa Musica nel pubblico, è rilevantissima. Alcuni dei motivi dell’opera sono posti in sì bella evidenza, che dopo uditi una sola volta ricorrono facilmente alla memoria. L’esecuzione è ancora così incerta, imperfetta ché [sic] non so ancora decidere se oltre i pregi della chiarezza, della novità di qualche canto, dell’assoluta novità delle forme, e del bellissimo effetto di alcuni punti salienti, vi sia nel Vasconcello quella vita, quel calore seguente, ch’è come il sangue nella vita animale. E a ben definire questo pregio pur troppo non basta udir l’opera alle prove anche tutta di seguito. Ci vuol proprio la rappresentazione, il pubblico, l’attrito della causa con l’effetto. Indubbiamente come composizione Musicale e come invenzione (se non come ispirazione) quest’opera mi pare di molto superiore all’Ebreo d’Apolloni. Non oso arrischiare un giudizio definitivo: molto meno adunque un pronostico. Se piace però, piacerà molto ed è uno spartito che dovrebbe dopo un primo esito fare almeno una buona passegiata [sic] in Italia. Io non voglio né posso darti consigli di questo genere: ti dico solo sinceramente che se io fossi editore farei al Villanis una proposizione prima della rappresentazione, piuttostoché aspettare l’esito che aumenta le pretese. Il pubblico è benissimo disposto pel Maestro, per molte ragioni, e quasi quasi garantirei che un fiasco non lo fa. I difetti della Musica non sono di quelli che spiacciano al pubblico: v’ha qualche motivo dozzinale, e qualche pezzo Verde fuor di misura. L’istromentazione è d’ottimo gusto, non chiassosa, e varia molto negli effetti. Anzi nel pezzo così detto della caccia d’Amore ch’è il più bello fra quelli che udii, vi hanno delle finezze d’istromentale degne d’un gran Maestro. Molti pezzi importanti mi rimangono a sentire, tra gli altri la cavatina del Soprano e il duetto soprano e tenore che si dice tra i migliori dell’opera. Quando avrò udito tutto e compreso meglio ti darò qualche altro ragguaglio. Intanto assicurati che questo è il mio schietto parere, senza influenze di sorta, senza simpatie, senza prevenzioni. Niente di più facile che m’inganni.
Quanto non mi sarebbe caro l’annunzio della tua prossima venuta col Giulio! Ciò potrebbe anche farmi sperare l’attuazione di quel progetto che sarebbe tanto per me necessario! Niente di meglio che tu potessi udire una prova del Vasconcello, Lunedì o Mercordì [sic] prossimo!
Ricordami a tutti della famiglia, e in attesa di vederti mi dichiaro con la consueta stima ed amicizia tuo aff.
F. Filippi
Transcription by Giovanni Vigliar


Typology lettera
Sub-tipology letter
Writing manuscript
Language italian

Physical Attributes
No. Sheets 2
Envelope 1
Size 211 X 130 mm

Letter name LLET007097