Carissimo ed illustre commendatore, Sono lieto di tutte le buone notizie datemi. Il ritardo col quale le rispondo non dipende da me; come Le ho telegrafato per un imbecille equivoco della posta di qui, soltanto ieri ebbi la trama del fascino: dunque io Le propongo due strade per arrivare alla meta. Comincio dalla più naturale:

L’atto I° resta com è. Nel II° sarà necessaria qualche miglioria; per esempio: dopo la scena del ferimento (esagerato dal Marchesino) ferimento che potrebbe avvenire nello sfondo del giardino, Tibullo viene per riprendere la sorella, ma è scacciato di casa dalla marescialla che protesta contro l’atto di violenza compiuto in casa sua e minaccia Tibullo di farlo arrestare: i due innamorati sono sotto la sua protezione. Questo mi par necessario per togliere il controsenso che Tibullo dopo il ferimento più non si occupi della sorella. Quindi veniamo a tutto il finale come è adesso; e passiamo al III° atto:

Va benissimo il principio come Ella dice: camera da letto; marescialla sempre più presa dal fascino dei 20 anni del Marchesino… cure esagerate… lieve gelosia di Erminia, tanto più che quando si parla di matrimonio… la Marescialla cambia discorso. Finchè dunque cala la notte e il Marchesino è lasciato solo. Appena solo ha uno scatto contro se stesso: stupido! sciocco! insensato!.. Come non gli è venuto prima in mente di sfruttar meglio la falsa ferita!.. che rabbia!.. Tutto avrebbe potuto essere accomodato!… Su queste parole vaghe e confuse insiste un po; quindi si arresta: ode un rumore. Forse la Marescialla? Forse… oh Dio!.. Erminia? Sono invece i briganti. (Questi briganti vanno meglio sfruttati dal lato comico ossia deve risultare da tutto il lavoro che la banda si era riunita e debuttava proprio nel giorno in cui avviene il I° atto; e tutte le volte che la banda è per commettere un atto di brigantaggio, si trova fra i piedi il Marchesino che glie lo impedisce. È una disperazione! dovranno cambiare mestiere!) Dunque vengono i briganti e naturalmente si trovano ancora il Marchesino! È incredibile! E anche questa volta il Marchesino si serve di loro per i suoi fini. Egli gioisce esulta! Il suo piano può essere ripreso: chiede ai briganti due favori I° di legarlo ad una poltrona, imbavagliarlo, stringergli con delicatezza una corda al collo e fuggire con grande fracasso; poi al capo brigante personalmente, chiede un altro favore: attendere fuori nei pressi del castello e ben nascosto un dottore che indubbiamente fra non molto verrà chiamato al castello; acciuffarlo; vestirsi dei suoi panni e della sua inanellata parrucca e quindi durante la visita che farà a lui Marchesino, dire che pochi minuti di vita gli restano. Tutto è  concordato e si eseguisce la prima parte. Il Marchesino è legato e imbavagliato alla poltrona; i briganti sparano un colpo in aria e fuggono. Dopo un istante, tutti si precipitano in camera del Marchesino: orrore! . I ladri!.. Lo sciolgono!.. Egli recitando meravigliosamente la Sua parte balbetta con un filo di voce che pochi istanti gli restano da vivere. Disperazione dei presenti; si manda un servo a chiamare un dottore; il servo vola; il Marchesino fa curvare Erminia su di lui (è portato sul letto e avvolto in coperte vestito come è) e le mormora: tuo fratello … ha vinto!.. Fra poco non sarò più… so che tu andrai in convento…ma prima di morire dammi la consolazione suprema di unirti a me… di saperti spiritualmente mia! Erminia implora la marescialla di acconsentire a questo matrimonio in articulo mortis, di dare al morente questa suprema gioia… una vedova pura… entrerà in convento!. Si manda per Tibullo Menelao; l’altro servo torna a dire che il dottore si vestiva e veniva. Si manda per il notaio, disperazione, via vai, confusione viene il dottore, viene Tibullo; quando Tibullo sente il dottore (che è il capo brigante che [***] disimpegna sia pur stranamente e comicamente la sua parte) che conferma restare all’ammalato pochi istanti di vita, recitando una scena di disperazione e fregandosi di nascosto le mani acconsente a quel matrimonio che ora facilita e risolve bene i suoi progetti, il patrimonio del Marchesino alla vedova! La vedova in convento… tutto appianato. E il notaio viene e il matrimonio si compie. Tibullo non aspetta altro ormai che il Marchesino crepi e piangendo, conta i minuti. Ma appena concluso il matrimonio, il Marchesino stentamente si solleva e sul tema musicale del fascino dei vent’anni fa una invocazione comico tragica: oh! fascino dei vent’anni! oh! fascino che mi hai salvato da tanti pericoli, non saprai ora lottare anche contro la signora Morte che concupiscente si aggira scricchiolando attorno al mio letto?. oh! fascino affascinala e allontanala da me!.. oh! fascino etc etc etc… e sempre più crescendo di vigoria, a invocazione sul finire, getta via con un calcio le coperte e (egli era stato messo sul letto dopo la scena dei briganti, vestito) si slancia verso Erminia!. Il fascino dei 20 anni ha fatto il miracolo! Guarito! Tibullo si salva per miracolo di un accidente! Gioia generale inno al fascino dei 20 anni e tela.

 

Questo l’atto per sommi capi. Le va?. 

La seconda strada a cui Le accennavo sopra consisteva in una riforma radicale del lavoro cioè, rifare un primo atto nuovo, passare l’attuale I° a II°; e l’attuale II a III° finendo il lavoro col matrimonio dei due che con la complicità della marescialla si sposavano sulla scena fingendo di recitare la commedia e togliendosi le maschere a matrimonio fatto. Il I° atto nuovo lo farei svolgere come segue:

La scena rappresenta a sinistra il giardino del collegio chiuso nel fondo dal muro di cinta a destra da una cancellata e da alberi. A destra strada campestre fiancheggiata da colline. È il giorno in cui Tibullo, il giudice e la Marescialla (che non sa della trama tramata fra Tibullo e il giudice con a base avidità di denaro) vengono al collegio per portar via Erminia e condurla in convento dove sarà accolta per l’alta protezione della Marescialla. Erminia ha informato di tutto il Marchesino che si aggira nei dintorni del collegio senza potere entrare! Erminia è sempre guardata a vista da un dromedario di istitutrice, terribile. L’entrata nel collegio è impedita; il Marchesino non può entrarvi senza gettare l'allarme. Un caso lo aiuta. I briganti che si sono in quel giorno riuniti in banda e che come prima impresa vogliono svaligiare il collegio attendono al varco un fittavolo che deve portare le provviste di vino al collegio; se ne impadroniscono e uno di loro si dispone a portare il vino (col somarello) e ad entrare nel collegio per rubar le chiavi e facilitare nella notte la cosa. Il Marchesino esce a questo punto dal suo nascondiglio e implora i briganti di dar modo a lui di entrare nel collegio; commossi i briganti acconsentono; il Marchesino travestito entra col somarello. Intanto sono già venuti nel collegio Tibullo e compagnia e Erminia nel giardino, col dromedario istitutrice attente che i tre ridiscendano dopo aver compiuto varie formalità con la direttrice. Ella riconosce nel fittavolo il Marchesino; ma si frena; il Marchesino conquista l’istitutrice-dromedario che davanti a quel bel giovane e ricco fittavolo che le offre il fascino dei 20 anni con tanto calore, acconsente commossa a fuggire con lui e mentre essa va per prendere il necessario e fuori di se abbandona la ragazza, Erminia è rapita dal Marchesino. E quando i tre con la direttrice scendono e tutte le collegiali vengono a salutare la Erminia che lascia il collegio: tableau il rapimento è stato compiuto. Gioia delle collegiali che sapevano i segreti dell’amica! Ilarità della marescialla che apprezza il bel tiro, [***] degli altri e tela_

 

Guardi un po Lei quale delle due versioni preferisce e mi dica su quale delle due debbo mettermi al lavoro; perché specialmente nelle operette quello che conta è la fattura.

Le invio anche Belzebù. Anche per questo aspetto che Ella mi dica se posso marciare.

Sono ora dietro al III° atto di Lisis.

Ricevo ora la sua cartolina sul I° atto e attendo che il De Sabata mi mandi i particolari delle Sue osservazioni per saper di che cosa, con precisione, si tratti. Ho scritto a Clausetti per la scena Schicchi (che procede velocemente e bene). In attesa di gradita Sua risposta della presente; coi più affettuosi saluti

Suo dev. aff.

Forzano

19 Xmbre 1917.