Sacco 9 ott. 1913.

Carissimo signor Tito - riconosco che una mia scappata a Parigi non è del tutto inutile e accetto quindi l'invito Suo gentile e quello di Caplet. Però, ammesso che in questi mesi il mio tempo è assai prezioso[,] non le sembrerebbe utile di precedermi Ella a Parigi per fissare il giorno e l'ora di questi ritrovi con gli artisti e il M^o Caplet? Ella mi eviterebbe così di perdere qualche giornata inutilmente e anche di annoiarmi... ammesso che Parigi stranamente mi annoia...

Io capiterei a Milano martedi o mercoledì e attenderei un Suo telegramma dopo il quale partirei immediatamente. A Milano continuerei il mio lavoro di istrumentale e comincierei a far conoscere l'opera al M^o Panizza. Che glie ne pare?

La ringrazio ora del Suo telegramma affettuoso dell'altro giorno che mi ha fatto tanto piacere. Sono lieto poi che la Casa lavori alacremente per la preparazione del materiale di Francesca.- Oggi ho spedito i due primi fascicoli dell'atto 1^o che comprendono tutta la scenetta delle donne e in un altro plico a parte il mio manoscritto del 2^o e 3^o atto dell'opera. La parte [recte: Le parti] di Francesca e Paolo non hanno subìto modificazioni; soltanto nel manoscritto mancheranno delle indicazioni riguardanti i tempi che di solito io fisso senz'altro in partitura.

Attendo, caro signor Tito, una Sua risposta ma in ogni modo spero di vederla prima che Ella parta per Parigi; e chissà che non riusciamo a metterci d'accordo anche per il famoso finale dell'opera al quale finora non ho pensato affatto.

La prego di fare i miei saluti ossequiosi alla Sua Mamma e a tutta la Sua famiglia. E mi permetta di stringerle la mano come un amico veramente devoto e affezionato.

Suo

Zandonai

Nella partitura dell'atto 3^o temo di aver dimenticato di fissare quando cala la tela alla fine dell'atto. Vorrebbe Ella rimediare alla probabile dimenticanza? Grazie.