Al Pregiatissimo Signor Giovanni Ricordi

Editore di Musica

                                          Milano

Col Vapore del

Lloyd Austriaco

Carissimo Signor Giovanni!

Costantinopoli 22 Febbraio 1851

Spero che le farà piacere l’intendere che il nostro bravo Corsi la sera del 12 corr. ricomparve sulla scena nella parte d’Ezio dell’Attila. Il pubblico che tanto vivamente sentì e compianse la sua disgrazia al primo scorgerlo proruppe in altissimi applausi i quali siccome quelli che partivano direttamente dal cuore fecero bella testimonianza all’artista dell’affetto che il pubblico gli porta e della giusta estimazione in che tiene i suoi talenti.

Ma maggior trionfo lo attendeva nei Puritani di Bellini che andarono in scena il 15. Nella sua aria di sortita egli fece un’impressione che mal si potrebbe esprimere a parole, e veramente egli la cantò con una delicatezza e con un affetto inarrivabile.

La signora Penco nella parte d’Elvira si è fatta distinguere pei graziosi modi di canto e per la facilità con cui eseguiva i passi di bravura e tutte quelle agilità onde è fiorita quest’opera.

Il pubblico giustamente l’applaudì in quel suo passo e particolarmente nella sua Polacca la quale cantò veramente a perfezione.

Il Tenore Bozetti [Bozzetti] ha avuto in quest’opera un successo maggiore che nelle altre precedenti atteso che la parte di Arturo si attaglia meglio alla sua voce ed al suo genere di canto. Il Basso Mitrovich (Pier Giorgio) si è mostrato anche in questa parte un bravo artista e n’ebbe applausi come cantante e come attore.

A dire il vero egli è in molta simpatia presso il pubblico per essersi adoperato con grande impegno al tempo di cui Corsi era infermo anche in parti che non gli spettavano onde il teatro non si chiudesse.

La sera del 17 ebbe luogo il beneficio della prima Donna signora Lotti.

Si volle incoraggiare nei più solenni modi la giovine artista e darle prova non equivoca della simpatia universale ch’ella ha saputo meritarsi pei suoi talenti artistici e per la sua bontà personale. Quindi vi furono versi, ritratti, fiori, corone ed applausi senza fine, anzi forse più di quel che non si conveniva.

Poiché sia l’agitazione, sia il vedersi festeggiata in modo veramente oltremodo lusinghiero, sia che i pezzi di serata sono sempre mancanti delle necessarie prove, il fatto è che la signora Lotti in quella sera si mostrò minore di se stessa, eccetto ché nella Cavatina dell’Antonina nel Belisario che espresse con molta potenza di voce ed effetto.

Fra gli stessi pezzi emerse notevolmente il Duetto del Belisario nel quale il valentissimo Corsi agì è cantò in maniera tale, da far venire le lagrime agl’occhi a buona parte degli ascoltanti.

Intanto la giovane artista non insuperbisca di questa apoteosi in maniera che credendosi di già grande e perfetta artista abbandoni gli studi.

Ella ha certamente tutti i mezzi per divenire tale e noi di vero cuore glielo auguriamo.

Ma qui vengono a proposito i versi del Tasso

= Chi non suda, non gela e non s’estolle

= Dalle vie del piacer là non perviene.

Per potersi sollevare al di sopra della mediocrità non bastano i doni della natura; e fa d’uopo di molti studi e non mica di quegli che si fanno a scuola e durano un anno o due, ma si bene di quegli altri che finiscono se non colla vita.

Ella è già stata incaminata con ottimi principi nella via dell’arte; resta che non si stanchi giammai dal coltivarsi da se medesima e si può ben presagirle un lietissimo e luminoso avvenire.

M°. M.

Ora si sta provando il Poliuto di Donizetti

P.S.

Monetti non ha ancora ricevuto la musica che dice d’averle ordinato già da gran tempo e ciò gli reca molta pena.

Io pure sono privo di sue care nuove da due mesi. Spero che non sarà più si avaro d’un suo scritto.

Sono occupatissimo dalla mattina alla sera con questo benedetto Teatro che non mi lascia un momento di tregua.

Tanti saluti a tutta la sua cara famiglia ed in attesa di sua lettera ho il bene di ripetermi.                     

Il Suo Aff.mo Amico

Angelo Mariani

P.S.

Naum Lo saluta caramente

[Il baritono veronese Giovanni Corsi era stato vittima di un infortunio, la GAZZETTA MUSICALE DI MILANO, N. 4, 26. Gennaio 1851, p. 19, aveva specificato che si era spezzato una gamba.

Piccola svista nella citazione di Mariani.

Questi i versi del Tasso:

“Chi non gela, e non suda, e non s’estolle

Dalle vie del piacer là non perviene”

Torquato Tasso, La Gerusalemme liberata, canto XVII, ottava LXI, versi 485-486.

I fratelli Michel e Joseph Naum erano i proprietari del Teatro Italiano di Pera a Costantinopoli].

Transcription by Attilio Giovagnoli


Typology lettera
Sub-tipology letter
Writing manuscript
Language italian

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No. Sheets 1
Size 282 X 220 mm

Letter name LLET010310