Date: 3/7/1897



Place: Ravenna

ID: LLET010773




Ravenna 3 Luglio 1897.

Carissimo Sig.r Commendatore,

mi trovo a Ravenna da ieri: sentivo un grandissimo desiderio di stare, magari un pajo di giorni, senza vedere il Liceo, ed ho fatto una scappatina silenziosa ed incognita quì, dove nessuno mi conosce e dove posso passare 24 ore nella più cretina (ma salutare) oziosità.- Però non sono stato fortunato nella stagione: ieri faceva un caldo da morire; oggi al caldo si è aggiunto un temporale spaventevole: in questo momento pare che caschi il mondo! – Stasera verranno quì, da Porto Corsini, gli ufficiali del 14°Artiglieria e mi daranno un pranzo; stanotte, poi, io parto con loro per Porto Corsini, dove domattina assisterò al tiro dei cannoni: è uno spettacolo che io non conosco e mi interesserà molto.–

Domani sera, coll'ultimo treno, tornerò a Pesaro.– Come vede mi contento di poco nelle mie aspirazioni agli svaghi.–

E Lunedì mi cominciano gli esami; e fra esami e saggi debbo arrivare al 16 Agosto, lavorando come un cane dalle 7 di mattina alle 7 pomeridiane.–

Bel divertimento in questa stagione! –

Il Liceo mi assassina ed io non arrivo ad ottenere quello che vorrei.– In questi due anni, è vero, ho fatto veri miracoli; ma siamo ancora lontani dalle mie idee.– D'altra parte, mi ci sono piccato ed arriverò a tutto.– E dal Liceo verranno fuori grandi cose!- Quest'anno, intanto, ho cominciato la serie dei Concerti orchestrali che si ripeteranno sempre ininterrottamente.– Anzi mi ha fatto dispiacere di non vedere nessuno di Milano ai miei concerti. Capisco: non si crede che a Pesaro si possa fare qualcosa di importante, come (e forse meglio) a Milano e a Bologna.– L'Amico Ingegnere Gianfranceschi è venuto appositamente ed è rimasto stordito.– Io sono d'avviso che quello che si può ottenere al Liceo Rossini di Pesaro non sia possibile in nessun'altra parte d'Italia.– Per ora ci manca un solo grande coefficiente: il pubblico.– Ma avremo anche quello.–  Come scuola musicale oggi è senza dubbio la meglio regolata e la più equilibrata.- Ed i frutti che fra poco darà meraviglieranno il mondo artistico.– Non dico con quali sforzi, con quanti sacrificii e a traverso a quali lotte sono giunto ad ottenere la quasi perfezione nell'andamento del mio Liceo.– L'eredità lasciatami dal povero Pedrotti e da quell'imbecille di Vanbianchi era in tali condizioni che nessuno avrebbe avuto il Coraggio di rimetterlo a posto.– Io l'ho avuto questo Coraggio, ma di dolori ne ho avuti molti.– Il riordinare la scolaresca è stata questione di tempo: con una disciplina bene e giustamente applicata sono spariti quegli inconvenienti che ormai erano a Pesaro leggi sancite.– La lotta col Consiglio di Amministrazione (che un bel giorno mi si è mostrato tutto contrario, meno il Presidente) per quanto aspra l'ho sedata con un atto ardito e forse nuovo negli Annali dei Conservatorii Musicali: ho chiesto al Municipio una doppia ispezione (municipale e ministeriale) tanto per ciò che riguarda la parte scolastica come per la parte amministrativa, aggiungendo che come io avrei saputo dimettermi, se il torto fosse apparso mio, ugualmente pretendevo le dimissioni del Consiglio Amministrativo nel caso che mi fosse stata data ragione.– In poche parole dicevo: o fuori loro, o fuori io.– La lezione riuscì a meraviglia: le ispezioni non furono fatte ed il Consiglio accettò tutte le mie idee.– Poi sono venuti i Professori a farmi la guerra: a qualcuno non va troppo a sangue (e si capisce dopo gli abusi elevati a sistema) la mia rigorosità nella stretta applicazione del regolamento; ed un bel giorno in seduta di Comitato Tecnico, sotto la mia presidenza, quegli egregi signori tentarono un bel colpo: avevano lavorato sotto acqua ed erano riusciti a riunire tanti voti da fare cadere una mia proposta che doveva essere votata a scrutinio segreto.– Io non ne sapevo nulla e fui preso alla sprovvista: nella discussione che precedeva il voto mi accorsi delle ostilità, e con un abile e cavilloso raggiro riuscii a sciogliere la seduta.– Questo fatto bastò agli oppositori per gridare alto la loro vittoria e la mia ritirata.– Io però non dormivo; e dopo lunghe conferenze col Presidente del Liceo e col Sindaco di Pesaro, dai quali ebbi ampia facoltà di agire, riconvocai il Comitato Tecnico.– Fidando sempre sulla combriccola bene organizzata, ed inorgogliti del creduto successo della seduta antecedente, i miei buoni Professori erano allegrissimi ed avevano (secondo loro) la vittoria in saccoccia.– Dopo la lettura del verbale dell'altra seduta, io presi la parola e pronunciai un discorso di un'ora e mezzo facendo allibire tutti: li passai in rivista ad uno ad uno e misi a nudo gli errori, le parzialità, i ricatti di quelli che vogliono dare lezione particolare agli allievi sotto pena di bocciarli agli esami; e feci nomi e cognomi con una chiarezza unica e con una voce che si sentiva alla distanza di 100 metri.– Terminai chiamando camorristi certi tali signori e dichiarando incompetente a qualunque giudizio il Comitato tecnico nel cui seno c'è della gente immorale.– Il colpo fu terribile, inaspettato, disastroso.– Tutti restarono muti, annichiliti.– Finalmente ci furono proposte tendenti ad un accomodamento; e di proposta in proposta si giunse ad un gran voto di fiducia per acclamazione sul mio nome dall'unanime Comitato; io ne approfittai subito e feci passare le mie proposte all'unanimità.– Ed un'altra battaglia vInta! - Ma quanti dolori, quante noje, quanto tempo sprecato, rubato al mio lavoro!-......

Ma mi perdoni questo sfogo: le valga per comprendere quanto la mia mente sia sequestrata dagli affari del Liceo ad esclusivo detrimento della povera Iris che.... mi chiama.... mi chiama.....! (Iris= atto 2°. Duetto d'amore… o quasi).

E se le ho scritto oggi, da Ravenna, si è perché ho ricevuto (respintemi da Pesaro) due lettere: una Sua con appendice di Illica, e l'altra di Tito.– A quest'ultima risponderò da Pesaro Lunedì, come riscriverò a Lei più quietamente.–

Intanto mi preme dirle che io non sono mai stato l'Infognato.– Anzi l'autorizzo (qualora questa voce si facesse insistente) a dichiarare che è assolutamente falso che lo pseudonimo Infognato nasconda il M° Mascagni.– Proprio ora che sto pubblicando sulla Cronaca una lettera che distrugge pseudonimi, iniziali, anagrammi e …. critici!!– Leggerà il mio articolo e si convincerà subito.– Il Mantovani dà ampia facoltà ai collaboratori della Cronaca di fare polemiche anche fra di loro; tanto è vero che adesso c'è una polemica fra Leonesi e Marescotti per articoli, scritti da tutti e due sulla Cronaca.– E non credo che L'Infognato si ritiri, perché il Mantovani mi ha detto che sperava che Giulio Ricordi polemizzasse sulla Cronaca!– È una fissazione!– Se vuole qualche informazione sull'Infognato, posso servirla, ma comprenderà facilmente che sarebbe indelicato da parte mia il fare nome e cognome.– È un giovane d'una intelligenza svegliatissima ed ha cognizioni musicali incredibili; non so dove e con chi abbia studiato; ma è certo che pochi di noi sappiamo quanto lui.– A vederlo sembra un ragazzo, e non potrà, del resto, avere più di 23 o 24 anni.– E non solo parla di musica, ma di tutto: è uno scenziato [sic].– Le poche volte che ho parlato con lui, sono rimasto intontito: conosce tutta la musica di questo mondo e tecnicamente ne parla in modo strabiliante.– Però è un ragazzo misterioso.– Io lo conobbi a Torino alla prima della Bohème di Giacomo.– Abita in Torino ma non credo che sia piemontese: deve essere ricchissimo.– Non lo vidi più fino all'altra Bohème dell'Innominabile.– Mi pregò di non presentarlo a nessuno.– A Venezia non so dove abitava; lo incontrai alla Fenice ed un'altra sola volta all'esposizione.– Mantovani mi disse che non mancava mai ai Concerti di Martucci;  infatti all'ultimo Concerto Wagneriano lo incontrai a Bologna.– Mantovani lo pregò di fare una rassegna sui Concerti Bolognesi, ma lui si schernì ridendo e rispose un bel no.– È venuto, senza nemmeno avvertirmi, ultimamente ai due miei concerti ed avevamo la speranza che ne parlasse sulla Cronaca; ma, anche questa volta, ha risposto: no.– A me sembra un fissato.– È un compositore poderoso: a Torino ed ora, a Pesaro, mi ha fatto sentire alcune sue composizioni: vere delizie, è la purezza diventata musica.– Io mi sono entusiasmato e gli ho chiesto perché non pubblica qualcosa; mi ha detto che ha già pubblicato alcune cosette (io però non le ho mai vedute) e che per ora ha bisogno di studiare.– Io credo che lavori ad un'opera.– Il curioso si è che è al corrente di tutto; a me ha perfino parlato di cose mie intimissime.– E di tutto quello che parla dice di essere stato testimone.– Ma quest'uomo non ha fatto che viaggiare in vita sua!– Parla tutte le lingue del mondo.– Il fatto, però, che più mi ha colpito è quello del cambiamento del suo scritto: ho qualche sua lettera, e non c'è mai lo stesso carattere, anzi non è possibile presumere che sia la stessa mano che ha scritto.– E gli articoli sono ancora di un altro carattere e differenti fra di loro.– Anche nelle lettere firma l'Infognato.– I suoi articoli sono sempre un pò castrati da Mantovani e da me: uno, anzi, fu rifiutato perché era uno spavento.– E toccava pezzi grossi nostrani e forestieri!- Ora mi ha quasi promesso di mandarmi un pezzo che farò eseguire ai Saggi.– Ma nei programmi vuole lo pseudonimo L'Infognato.– Mi ha già mandato un pezzo per Orchestra con arpa obbligata, intitolato: L'ultima serenata.– È un pezzo che ha la disperazione dentro di sé: c'è un sentimento di una mestizia indicibile.– Il tema però mi pare poco originale: mi sono messo in testa che assomigli un poco a Grieg.– Anzi glielo voglio trascrivere: [segue trascrizione musicale]

Ma se sentisse come è armonizzato: io ci trovo Grieg, Bizet, Saint Saëns , con un profumo di Mozart.– C'è da supporre che abbia studiato in Francia.– Il suo fare, come uomo, è un pò burbero, duro.– Deve avere un carattere d'acciajo.– Mi ha già fatto le scuse per quando dirà male di Iris sulla Cronaca.– Ma non mi ha parlato ridendo; me lo ha detto con gravità, con serietà.– Io, a buon conto, non gli ho fatto sentire nulla.– E questo è il Signor Infognato.–

È un giovane che mi ha sempre interessato.– Certo è strano che non voglia dire il suo nome.– Mantovani crede che non sia italiano; ma è impossibile: parla troppo bene e nel suo dire mischia sempre qualche intercalare di tutti i nostri dialetti.– Del resto nulla di più facile che a me abbia dato un nome falso.– Ora però voglio fare qualche pratica a Torino per mezzo d'un mio amico.– Ho anche il suo preciso indirizzo.– Mi ha scritto che parte per la Germania per sentire il solito Ciclo Wagneriano.– E mi ha scritto in tedesco, aggiungendo in Italiano di farmi tradurre la lettera dalla mia governante.– È un bel tipo! – Mantovani lo conosceva prima di me; anzi fu lui che me lo presentò con un biglietto a Torino.– Ma anche Mantovani mantiene il segreto o forse ne sa, quanto me.–

E questo matto, dunque, sarei io, secondo certe voci.– Dio lo volesse per la sua intelligenza, ma alla larga per la sua mattana!–

Smentisca dunque e recisamente queste voci tendenziose, e che già mi immagino da chi sieno messe in giro.–

Ma vedo che non la finisco più.– Mi scusi la furia e con tante cose affettuose mi creda sempre

il Suo Affezionato e Devoto

= P.Mascagni =

Transcription by Archivio Ricordi

Named works
Iris

Typology lettera
Sub-tipology letter
Writing manuscript
Language italian

Physical Attributes
No. Sheets 4
Size 270 X 210 mm

Letter name LLET010773