Date: 5/6/1903



Place: Roma

ID: LLET010811




[nota a matita di altra mano: Lettera a Luigi Illica]

Roma, 5, VI, 1903 =

Mio Caro Gigi,

prima di tutto: come sta la Signora?.... Quel Maestro Cottone mi portò la tua lettera. Io, poi, sono rimasto affogato nell'affare di Pesaro: lavoro come un negro per vincere davanti al Consiglio di Stato; e notte e giorno le mie occupazioni e le mie preoccupazioni sono sempre le stesse.

Ho sperato per un momento di poter sollevare un pò lo spirito, perché Ricordi parve quasi deciso a fornirmi un libretto; ma la speranza è durata quanto un successo di Leoncavallo. Sono ripiombato nell'oblio. Anzi una persona che ha avvicinato il Signor Giulio mi ha affermato che Ricordi non mi fornirà mai un libretto.

Peccato! Perché in tutto questo tempo ho incamerato nella testa e nella cassa forte del petto occupata dal cuore una quantità immensa di idee e di melodie; e non vedo altro modo di esitarle, per rinnuovo di mercanzia, che di dedicarmi ai pezzi sinfonici. Invecchiando, torno alla pugnetta!

Si vede che il destino ci aveva creato ( me e te) per non restare uniti. Peccato! Mi pareva che ci si intendesse!....

Ma che vuoi fare, Gigi mio?...Bisogna prendere il mondo come viene. Avrei, però, più piacere se il Sig.r Giulio fosse più sincero con me; e sarei quasi felice se mi dicesse francamente che di me non vuol saperne: per lo meno finirebbe quello stato d'animo un pò incerto e sempre pieno di alternative fra la speranza e la disillusione.

Ti giuro che mi metterei subito il cuore in pace. D'altronde, posso fare tante cose nella mia vita; e non c'è poi il bisogno assoluto di comporre delle opere.

Giuseppe Garibaldi non ha mai scritto una nota di musica; eppure quanto è grande anche ora!

Se Ricordi mi toglie i ceppi dell'aspettativa e mi lascia libero finalmente, dichiarandomi che non vuole più saperne; se insomma dai ruoli dell'aspettativa mi passa fra i riformati, io passo tutto l'ottobre e metà di Novembre in Germania, dove mi hanno offerto 40 mila marchi per quaranta giorni; e subito dopo me ne torno in America, a San Francisco Cal.[ifornia], dove mi attendono per i Concerti.

Se invece dovessi tornari [sic] in attività di servizio, resterei in Italia per lavorare.

Ma intanto mi stanno annoiando, perché tanto a Berlino quanto a S.Francisco hanno premura di avere la mia accettazione. Ed io vivo nel dubbio!

Meglio dunque finirla una volta per sempre. Ne convieni?....

Io a Ricordi non scrivo più: ho paura di essere preso in giro e mi dispiacerebbe troppo.

Attenderò un altro pò di tempo e poi mi deciderò. Se è questo che Ricordi aspetta, se davvero non ha coraggio di mandarmi a spasso, se davvero spera che mi ritiri spontaneamente, me lo dovrebbe far sapere subito; ed io più subito gli toglierò l'incomodo. Mi pesa tanto questo sistema di vita! Sai? Mi pare di essere ridotto a chiedere l'elemosina; e francamente ne va del mio decoro personale.

Tito era a Parigi, mi telegrafò di partire anch'io per Parigi (fossi matto!); poi non ho saputo più nulla.

Dammi qualche tua notizia. Ho tanto desiderio di rivederti.

A proposito: vediamo se, non essendo più possibile che tu sia utile a me come librettista, tu possa essere utile a qualche mio allievo.

Sono pregato, appunto da un mio allievo di fare da intermediario in un affare di libretti. L'allievo è quel Riccitelli che certo tu non avrai dimenticato; egli ha ottenuto da suo zio il denaro per farsi scrivere un libretto; ma il libretto lo vuole da te e ti offre £. 500 per ciascun atto; per la ragione che non ha un centesimo più in là di quella somma; senza pregiudizio, naturalmente, della percentuale che sarà stabilita nel contratto.

Io ti ripeto quello che il Riccitelli mi scrive. Di mio ti aggiungo che si tratta di un giovine pieno di talento e di genialità forte, originale ed autentica.

Rispondimi se puoi contentarlo; anzi mi dice anche che ti lascia tutta la larghezza di tempo che vuoi; la cosa importante da farsi è il contratto, perché ha paura che lo Zio Prete se ne penta. L'affare subito! Il libretto con tutta comodità!

Si capisce che per te non è un affare; ma guarda che il Riccitelli un giorno o l'altro scappa fuori; e ti assicuro che non sarà in seconda fila. È un ingegno strano. Io ne ho fiducia.

E così, caro Gigi, ti ho detto tutto quello che avevo da dirti.

Quel tale M° Cottone si è ben guardato dell'inviarmi il Grammofono che mi promise. Peccato! Mi sarei un pò rotto i coglioni!

Quando ci vedremo?.... E di che cosa parleremo?.... Si finirà col dire male del nostro prossimo. Per carità! Sono stato una settimana col Buzzi-Peccia a New York!.....

Basta: dammi notizie tue e della tua Signora che mi auguro del tutto ristabilita.

Dammi notizie anche dei progressi dei tuoi feudi.

Noi stiamo divinamente bene.

Ti auguro tante belle cose. La Lina saluta caramente te e la tua Signora. Io ti abbraccio con affetto e sono sempre

il tuo

= Mascagni =

Transcription by Archivio Ricordi

Typology lettera
Sub-tipology letter
Writing manuscript
Language italian

Physical Attributes
No. Sheets 3
Size 178 X 110 mm

Letter name LLET010811