Caro Giulio

Torino 31|1 73

Ti ringrazio della lettera che mi hai indirizzata colle nozioni che mi dai intorno alla messa in iscena, e le tue giuste osservazioni le lessi tanto all’impresa come al direttore di scena. Abbiamo poi di buono che Pantaleoni conosce perfettamente ogni situazione, e lo pregai di indicarci tutto quello che è necessario.

Ora ho bisogno di sapere ancora se nel rataplan deve suonare un solo tamburo, oppure due, e se questi devono trovarsi in iscena frammisti ai Cori, oppure fra le quinte. Avrai già capito che la Bonheur (che è un ottima [sic] Preziosilla) non batte il Tamburo.

Dimmi un’altra cosa; nell’entrata dei Bassi (i poveri) in Si minore, 6/8 «pane, pan per carità, è giusto il Metronomo della partitura (marcato ♪ = 80) oppure quello della stampa che è invece ♪ = 50? Abbiamo già fatte quattro prove d’orchestra, e ne sono molto soddisfatto. Tutti sono animati dal più gran buon volere. Però non si andrà in scena prima di Sabato dell’entrante settimana, e ancora se sarò contento, e vedrò tutto in ordine. Sono però imbarazzato coll’Arpista, perché il mio, che è un bravo giovane, certo Navone, ha dovuto andar militare. Ho jeri telegrafato alla Pezzi a Verona, ma la Direzione non la lascia libera; mi sono ora raccomandato al Bonola che si trova qui, e mi promise che telegrafava subito a Milano, perché sapeva che vi era un’arpista disponibile. In ogni modo sta in traccia anche tu, e chi sa che forse al Conservatorio non vi possa essere un qualche bravo allievo.

Ti ringrazio pei libretti; abbiamo N 100 Coristi, ed 80 professori d’orchestra. Jeri sera il Ballo, la Semiramide, ha piaciuto molto; domani sera avremo il Poliuto con Mongini e la Bianchi-Montaldo.

Mille saluti alla tua Signora, al Tito e famiglia, e ti abbraccia di cuore il tuo

aff. amico

Carlo Pedrotti