Mio Caro Tito

                                           Venezia 20 del 1855

Riscontro all'istante le care tue del 18.

Ritirerò da Gallo il denaro e te ne ringrazio; quanto poi all'affare dell'Apolloni sono sicurissimo che l'esito corrisponderà pienamente alle mie predizioni, e conto sulla tua parola per la preferenza sulla mediazione. Sì, l'esito sarà quale ti scrissi, e tu farai certo un buon affare, perché giù a quest'ora trattano per riprodurre l'Ebreo a Padova, a Vicenza patria degli autori ed anche a Treviso, sicché saranno questi tre noli immancabili e ti assicuro che questa piccola imbeccata che andassi a prendere sarebbe una vera provvidenza per me, poiché avendo avuto la mia povera Madre due volte moribonda agli estremi, ho speso l'anima per ricuperarla; più l'afflizione m'impedì di lavorare ed ho perduto il mio tempo senza soddisfare l'impegno d'un libro, che mi portava a[ustriache]£ [Lire] 1500 effettive, e che mi sono vedute sfuggire di mano . . . . Pazienza! Dio provvederà, ed ho il conforto d'aver salva e giù l'adorata mia vecchia Madre. Ti scrivo tutto ciò perché tu veda, che anche nel miele il destino trova sempre il modo d'introdurre qualche porzione d'acconito [?].

La mia Elisa ti ringrazia degli augurii, ed io farò di tutto per giustificare quanto ti compiacesti di scriverle in mio riguardo.

Ricordami alla tua adorabile Peppina ed alla tua cara famiglia.

Abbraccio di cuore l'ottimo Cerri e mi ti protesto al solito

Aff°Amico

F M Piave

L'Opera d'Apolloni piacerà sicuramente e sarà coronata d'un pieno successo.

                                                Amen