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Caro il mio Tito
Venezia 1 Luglio 1855
Tre anni [or] sono s'incominciò a pubblicare una raccolta di biografie con ritratti; per quella raccolta indussi Verdi a farsi trarre un dagherottipo [sic] quando fu qui per la Traviata; da quel dagherotipo [sic] si trasse un ritratto ch'è ora inciso e proprietà dell'incisore, poiché l'impresa cui era destinato è tramontata. Dico io, ne faresti tu l'acquisto per metterlo in fronte alla edizione dei Vesperi siciliani? Pel formato potrebbe convenire, e poi te ne manderei una copia prova, se non ti spiacesse l'idea . . . Scrivimi una linea di riscontro. Il prezzo ne sarebbe anche di convenienza.
A proposito dei Vesperi, ne lessi il libretto, e se ciò non fosse già fatto, io scrissi a Verdi, che con molto piacere mi occuperei sotto la sua direzione (poiché andrò a Busseto) a farne la traduzione e riduzione per l'Italia. Ma temo che sarà tardi; anche di ciò ti prego d'una linea per mia norma. Potremo dar questi vesperi alla Fenice nel carnovale prossimo? . . . Qui sperano. Io non so se sperare o temere . . . (Compagnia! compagnia! Compagnia!)
Ci vedremo a Busseto?
Come sta la tua cara Peppina? Ti ha fatto nuovamente padre? Ricordamela con distinzione
Ti saluto anche per parte della mia Jena
Tante cose al caro Cerri e credimi
Tuo Aff°Amico
FM.Piave
D.S.
Ti ringrazio immensamente del libretto del Reggente.