Date: 28/6/1873



Place: Padova

ID: LLET013287




[Su carta intestata con un monogramma rosso, verosimilmente di Ormondo Maini]

Gentilis° sigr Giulio! –

28 Giugno 73.

Padova.

Le spedisco unitamente alla presente i pezzi corretti dei Promessi sposi, la cui riduzione mi pare fatta abbastanza bene, tende ad esser facile, ed è questo secondo me il primo scopo che deve curare un riduttore. Chiaro e facile[.] Io non esiterei a dare la preferenza al M° Zavertal. -

Rapporto a quanto dice dei Lituani Ella ha tutte le ragioni. – Creda che se io sono venuto a Padova, non fu ne per favorire Tizio ne Cajo, ma per la sola ragione che desidero per le prime volte quest’opera dei Promessi eseguita il più possibilmente bene che si può, e creda esser ciò impossibile colle parti che manda il caro Lamperti ai cantanti ancora scannate, e all’orchestra tutte sbagliate! Anche nella riduzione della sig.a Lucca, vi sono delle cose impossibili, e che peraltro si possono interpretare benissimo come stanno, e perciò falsare l’intenzione del meschino calpestato autore. – A Cremona pure ho promesso che mi recherei alle ultime prove d’orchestra, nel p[rossim]o Agosto – Qui finora dell’esecuzione dei cantanti sono soddisfatto – La Mariani dà risalto ai pezzi d’assieme e ha molta intelligenza e bellissima voce. Il Gayarre tenore è un po’ freddino[,] sdolcinato ma canta bene, corretto sempre, e spesse volte con anima. – Bertolasi oscilla qualche volta colla voce, ma in complesso va bene – Ottimamente Maini, al quale scrissi una Romanza espressamente invece di quella del 2° atto[.] E finalmente la Braccialini mi par buona, ci mette impegno ha buona voce ... I Cori son deboli nei Tenori e Contralti ma in complesso non c’è male – Buona l’orchestra – … Se non succederanno ostacoli, tutto dovrebbe andar bene, ma ecco che cominciano già gl’inciampi. Maini tiene le emorroidi ed è da due giorni indisposto, stamane ha peggiorato, ... perciò non so cosa diavolo succederà!! Stassera 1a sera del Ballo nuovo Brahma, e forse dovranno tenere il teatro chiuso!! – Ma lasciamo per un momento il presente, e parliamo dell’avvenire! –

Io penso sempre ai Lituani ma per ora non posso lavorarci addietro. Ho la disgrazia di abitare in una casa attigua a quella di un fabbricatore d’istromenti un’animale che continua o col Clarino o col Trombone a perseguitarmi. Perciò non ho ancor cominciato l’Atto 1°. Io ci penso al punto di non dormir alla notte. = Per carità, non prenda impegni coll’Impresa della Scala, pel Carnovale, perché io dubito assai di arrivarci in tempo. – Prima di tutto non ho sott’occhio l’intero libretto. – Secondariamente l’opera è molto grandiosa, e le dico apertamente che io non ho quella facile esperienza di trovar subito a prima giunta la forma, il carattere infine l’idee; lo stesso strumentale mi costa fatica. Io mi accontento assai difficilmente perciò non le posso dire quante volte faccio in pezzi un brano di musica; - In passato ho dovuto occuparmi di cose materiali ella lo sa: più non ho mai scritta un’opera con forme insolite, così d’importanza come i Lituani – Erano librettacci. Ella poi sa che una volta non si badava tanto all’unità delle idee, adesso invece è una cosa essenzialissima, direi quasi che vi si ci bada soverchiamente, e sa quanta difficoltà l’adattare un pensiero in più luoghi – talvolta le parole vi si rifiutano. È un’affar serio. Per darle un’idea adesso che ho veduto la sortita dei Prigionieri nell’Atto 1° mi son fissato di cambiare il recitativo del Prologo, ed anche il brano dell’altro recitativo quando Walter dice: Vedi laggiù quei fochi – qui ci vuole l’idea dei Lituani sofferenti, nell’Orchestra si deve sentire la sferza, e bisogna che io trovi un canto di sopra per i Violini od altro tristissimo, e che possa adattarsi in tutti i 3 i luoghi nel recitativo 1° del Prologo, in quello del Duetto Finale, dello stesso, e nella sortita dei Prigionieri. – Io ho la disgrazia di non aver fatto la così detta scala e mi trovo qua addirittura con un’opera grandiosissima, da prodursi nientemeno che alla Scala. – Per me è un’impegno spaventoso; il pubblico aspetta è vero, sarà ben disposto, ma è sempre il pubblico della Scala questo Minosse che in due ore manda alla malora un Maestro, il quale se è di tempra un po’ suscettibile, o diventa pazzo o s’ammazza certamente, – prospettiva ridente che io pavento – è facilissimo perder la testa – Tornaghi le può dire quanto ho esitato prima di conchiudere il nostro affare – e creda che non era ne per l’interesse ne altro era per l’unica tema di non arrivare in tempo ad adempire i miei impegni – Libero forse e senza prevenzioni, ne per la Scala, ne per altro farei più presto, così sono in apprensione – Lei se vuol dire il vero è costretto a dire: Ho fatto un bell’affare con questa specie di lavativo! chi sa quando ne sortiremo! – In ogni modo appena terminato quest’impegno approfitterò della di Lei offerta e verrò costì per poi recarmi alla di Lei villa – ma questa è vicina a Ghislanzoni? – Ma vede: adesso si doveva ammalare anche Maini! =

Immagino i sotterfugi della Lucca, degli Avvocati, di Lamperti[.] Ma durerà a lungo questa causa? Mandi pure le riduzioni che io gliele correggerò subito. = Maini dal suo letto di pene, la saluta cordialmente. Io poi la prego di tutta la sofferenza possibile epperò le ripeto: non prenda per ora impegni per la Scala. = Tanti doveri alla di Lei ottima famiglia, a Tornaghi (che scrissi prima di ricevere la di Lei gentilis) e mi creda pieno di riconoscenza e di premura

[di mano altrui: giugno 73]

dev.mo suo

A Ponchielli

P.S. Non dubiti che sarà mia premura telegrafarle e scriverle dopo l’andata in scena.

Transcription by Pietro ZappalĂ  - Centro Studi Ponchielli di Cremona


Typology lettera
Sub-tipology letter
Writing manuscript
Language italian

Physical Attributes
No. Sheets 1
Size 209 X 134 mm

Letter name LLET013287