Saltino, 30 luglio 1916
Carissimo amico,
“ora che il vento come fa, si posa…” vale a dire che io sono salita, quassù, per un po' di riposo a tante angustie.
Tre figliuoli sotto le armi, di cui due sul fronte! - Io vi ricordo la vostra buona consuetudine di questo tempo, con l’invio, qui, della medesima. Noi cerchiamo un minuto di respiro su questo bello e modesto appennino, sotto questi magnifici alberi: ma, laggiù, i nostri giornali hanno un’arma mortale rappresentata dal prezzo della carta: e se non diamo ossigeno, anche da lontano, finiranno per esalare l’ultimo respiro. Non credevamo mai, noi poveretti, dei giornali non appartenenti a fornitori militari né a società metallurgiche e siderurgiche, di avere un colpo così mortale, dalla guerra.
Io terrò in vita il Giorno a prezzo di qualsiasi sacrificio: ma coloro che sempre hanno apprezzato le mie fatiche e la mia devozione, non debbono abbandonarmi.
Conosco l’animo vostro e ci conto, con secura [sic] speranza.
Una gratissima, cordialissima stretta di mano.
Matilde Serao