Data: 7/6/1893



Luogo: Milano

ID: CLET000248




7 Giugno 1893.
Caris.\mo/ Puccini.
Trento
Mi aspettavo la sua d'jeri, quindi nessuna sorpresa per la insistenza relativa a Venezia. Il mio rifiuto è basato su ragioni molto serie e positive, che all'Autore non possono a bella prima presentarsi, ma che è bene esporgli. Nella nostra lettera, non si parla tassativamente della Fenice, ma di stagione regolare. Se le rappresentazioni straordinarie non danno gli incassi sperati, sono proprio stufo di udire i piagnistei delle Imprese! - nelle stagioni propriamente dette, ciò è più difficile ad avverarsi, perché un teatro è allora avviato, ed uno spettacolo sorregge l'altro. V'ha di più: per queste rappresentazioni extra, si vogliono pagare noli meschini!!. Ora, io sono stufo anche di questo - oh! che?.. dev'essere sola la mia Casa, ed i suoi maestri, quelli che devono concorrere a fare quasi da Mecenati alle Imprese?.... Vedo pagare noli profumati per opere in uno, o due atti!!. Se sono capilavori Cavalleria e Pagliacci fanno benissimo le Imprese a pagare detti noli!. O la Manon che si desidera tanto di riprodurre, vale come quelle opere, ed allora si paghino i noli relativi!! - oppure non vale, ed allora non vale anche la pensa di riprodurla....purché il nolo sia modesto!. Fra spese di quà, di là, fra spese di viaggi e dimore, della quota spettante alla Casa, rimane in Cassa 0x0=0!!. Bell'affare!. Tanto fa che le opere stieno negli scaffali!!
Si aggiunga che so di vera scienza che il Tirindelli è mediocrissimo, e che rovinerà l'orchestrale difficile ed importante della Manon: senza dire che dalla nota presentatami, l'orchestra mi pare meschina e meschinissimo il coro....con 15 donne!!!!.... Ben è vero ch'Ella mi dice: andrò io a sorvegliare tutto ... e garantisco l'esecuzione!. Ma allora? ... quando potrà Lei essere libero, ed occuparsi della nuova opera, seriamente?.. Capisco pei primi teatri la necessità e l'utilità delle presenza dell'autore: ma per breve tempo, per dare come si suol dire, l'ultima pennellata di colore!!. Se l'autore deve rimanere in ogni piazza dodici, quindici giorni, per raddrizzare le gambe ai cani, servire da gruccia ai direttori d'orchestra paralitici......davvero si perde ranno e sapone!. Si fa la pappa alle Imprese, non si hanno utili guadagni, ed infine il Maestro perde tempo e fatiche, che meglio spenderebbe, lavorando di lena ad un'altra opera. Ma vediamo un pò. Trento - Brescia - Lucca - Carpi = sono 40,o 50 giorni occupati. Mettiamo qualche altro teatro impreveduto, aggiungiamo Venezia e conseguenza!..saranno 70, 90 gni!!- E la Bohème? Il Leoncavallo la farà si, o no - ma v'è sempre il pericolo d'essere prevenuti!!- due o tre mesi guadagnati vogliono dir molto, mentre invece si possono perdere le circostanze favorevoli che danno nome e vista ad un lavoro.
Ella, caro Puccini, si compiaccia vagliare seriamente le ragioni ch'io Le espongo in difesa degli interessi della Casa che sono, alla fin fine, i suoi!.
Anche a Trento.....è un nolo meschino: a calcoli fatti, l'utile per la ditta sarà zero!.. Con piacere veramente sentito, uso tutte le facilitazioni possibili al Sig\r/ Cesari, pel quale ho Amicizia e Stima: tengo conto di quanto ha fatto a Torino, di quanto spero ed auguro possa fare in seguito. Ma io poi non posso lavorare per....il bel cielo d'Italia....e non pensare ai molti interessi che mi sono affidati. Conclusione: l'affare di Venezia non è conveniente e come lato interesse e come lato artistico, che anzi questo Tirindelli, ajutato ora da Lei, sarà poi una pietra sullo stomaco per l'avvenire.
Pensi bene a questa lunga mia!! e cordialmente
Sempre Suo Aff\mo/
Giulio Ricordi

Trascrizione di Franco Pascale


Teatri citati
Teatro La Fenice

Tipologia copialettere
Sottotipologia lettera
Scrittura manoscritto
Lingua italiano

Medatadati Fisici
Nr. Fogli 4

Lettera titolo CLET000248
Segnatura Volume DOC00723
Anno 1892-1893
Volume 22
Pag 021-024
Nr. pag 4