Data: 8/8/1907



Luogo: Milano

ID: CLET001158




Milano, 8 Agosto 1907
 
Caro Giacomo,
 
La Del Signore ha eseguito Butterfly in due teatri con buon successo; non mi fido del Gatti Casazza che è assai impulsivo o indeciso nei suoi giudizi: quattro anni fa non voleva sapere della Burzio ed ora che l'ha scritturata la magnifica forse anche troppo. Sta pur sicuro che la Butterfly di Lucca mi sta troppo a cuore perché non abbia ad occuparmene personalmente; oggi sentirò la Iksò che la eseguì a Catania e quanto alla Melis avrà certamente fatto dei progressi dal giorno in cui la udii nella Tosca a Novara, perché allora non era che una promessa; non mi pare però che la sua figura sia adatta ad incarnare la Butterfly. Quanto al tenore, non saprei consigliare nulla di meglio all'infuori dell'Acerbi; a te può non piacere, ma è piaciuto dapertutto dove ha cantato la Butterfly. Il Giraud è un ottimo artista, ma come mezzi vocali non è a confrontarsi coll'Acerbi. Ieri il Leonardi mi telefonò per avvertirmi che tu desideravi la Darclée ?! Io credo si tratti di un equivoco, perché in verità non posso credere che seriamente tu abbia potuto proporre un'artista sfiatata, che stona maledettamente e che non ha mai posseduto un briciolo di vero sentimento per eseguire la Butterfly a Lucca.
Ho letto nel testo inglese "The girl of the golden west" e sono convinto che se ne possa ritrarre un libretto efficacissimo ed affatto nuovo; vorrei essere all'Abetone quando lo Zingarini ci verrà per discutere con te ora che mi sono fatto una visione esatta di quello che sarà il dramma voltato in libretto lirico, ma purtroppo credo che non mi potrò muovere.
Nei primi due atti ci sarà poco o nulla da fare; il 3° possiede due o tre buoni spunti, ma dev'essere rifabbricato di sana pianta - Bada però che per l'efficacia scenica del duetto fra i due amanti e della difesa di Minnie occorre conservare la scena chiusa così come l'ha data Belasco; vuol dire che la porta di fondo che dà sulla campagna può essere molto ampia e al momento degli addii essere aperta così da permettere di seguire coll'occhio i due innamorati che si allontanano, mentre i boys possono aggrupparsi in atteggiamenti diversi sul limitare della Polka e lo sceriffo essere seduto sul davanti e bere con moto convulso il wisky and soda, ecc. ecc.; ma insomma, bisogna che la scena sia chiusa perché l'effetto drammatico dell'atto è tutto nella credenza di Minnie che Johnson sia libero, mentre in fatto è prigioniero dei boys e il pubblico deve credere fino all'ultimo che lo impicchino. A scena aperta o semi aperta, impossibile di dare questa impressione, perché Mister Johnson of Sacramento avrebbe tutto il modo o il tempo di scappare facendo berlicche ai suoi giudici.
In tutt'e tre gli atti c'è un'atmosfera di ingenuità, di freschezza di sentimento, persino di verginità fra quella gente rude, che mi ha commosso ed in varî punti una lagrimetta pietosa è spuntata sul ciglio; buon segno, anzi gran segno, perché il pubblico, che è un po' più ingenuo di me, si lascerà certamente pigliare all'amo della commozione quando quelle situazioni patetiche saranno rese più intense dalla tua musica.
Illica mi scrive che a giorni sarà a Milano col 1° atto riveduto e corretto e che ha fatto mirabilia; tanto meglio, e se sei davvero in vena di lavoro, mi pare che avrai occasione di comporre due opere così diverse, eppure così adatte alla tua Musa.
Affettuosi saluti dal tuo
Tito Ricordi
Trascrizione di Archivio Ricordi


Tipologia copialettere
Sottotipologia lettera
Scrittura dattiloscritto
Lingua italiano

Lettera titolo CLET001158
Segnatura Volume DOC00992
Anno 1907-1908
Volume 02
Pag 440-441
Nr. pag 2