Presenti: Giulio Ricordi, Giuseppe Visconti di Modrone, Luigi Origoni, Umberto Campanari


Data: 2/4/1906



Luogo: Milano

ID: CLET002632




DOC02171.031

CLET002632

 

 

Seduta del 2 Aprile 1906

 

 

Presenti: Giulio Ricordi, Cav. E. Bozzotti, Conte Giuseppe Visconti di Modrone, Nob. Luigi Origoni, Avv. Campanari.

 

La seduta è aperta alle ore 14. È approvato il precedente verbale.

 

Il Gerente informa che il M.o Puccini è in trattative con D’Annunzio per un libretto d’opera, e di conseguenza è in trattative colla nostra ditta per la cessione dell’opera stessa. Se non che vi sono alcune difficoltà di massima che meritano attento esame.

Innanzi tutto non crede opportuno che la casa tratti direttamente con D’Annunzio per quelle responsabilità che potrebbero nascere qualora Puccini non musicasse il libretto: questo già ha fatto sapere Puccini stesso, consigliandolo a combinare direttamente col poeta. Poi il M.o Puccini mette per una delle condizioni il prolungamento delle percentuali relative a Bohème e Tosca secondo la durata prevista dalla legge, anziché pel limite fissato dai rispettivi contratti. Anche su questo punto il Gerente ha dichiarato al M.o Puccini non credere possibile una intesa. Trattandosi di cosa importante ha creduto opportuno riferire al Consiglio di vigilanza.

I Signori Consiglieri discutono la cosa sotto differenti aspetti e desiderano anche l’opinione del consulente avv. Campanari.

Questi trova pericoloso il portare cambiamento radicale a contratti esistenti da anni e sui quali la Ditta ha basato i propri calcoli. In fondo sono contratti di sorte: se cattivi per la ditta, questa ne avrebbe sopportato tutti i danni: ma non è equo che una delle parti, vedendo che l’altra pure ne consegue beneficio venga a dire: ora di questo beneficio ne voglio ancora una parte per me. Tutto sommato è una quistione di massima che è opportuno non manomettere.

Il Gerente fa osservare che Puccini non può lamentarsi di contratti che così come esistono gli fruttarono circa un milione, senza tutte quelle spese e quelle nojè che hanno pesato esclusivamente sulla casa. Ammette possibile un prolungamento d’interessenza per Manon Lescaut la quale non si volle lasciar rappresentare in Francia per ragioni di convenienza.

Dopo minuziosa discussione i Signori Consiglieri convengono unanimi nel seguente deliberato:

“Esaminate le condizioni chieste dal M.o Puccini per il contratto di un’opera nuova:

-       Ritenuto che con dette condizioni il M.o Puccini imporrebbe l’onere di ritoccare i contratti passati in modo da poter percepire i diritti di autore per tutta la durata prevista dalla legge in luogo del periodo limitato stabilito coi contratti già esistenti.

-       Il Consiglio di Vigilanza unanime delibera di rispondere al M.o Puccini che per quistioni di massima la Ditta non crede di ritornare sui contratti già stipulati.

-       Quanto al nuovo contratto lascia al Gerente di entrare in trattative a quelle condizioni che crederà più opportune.

La commissione di Vigilanza lascia pure al Gerente la facoltà di entrare in trattative col M.o Franchetti per una nuova opera”

Il Gerente espone poi come, per lo sviluppo preso dalle Officine si richiedano provvedimenti radicali per un ampliamento delle stesse e che in proposito già fece alcuni studi coll’architetto Brioschi: propone ai Signori Consiglieri di fare un sopraluogo in giorno da stabilirsi allo scopo di vedere quali provvedimenti sieno del caso. Così rimane stabilito e la seduta è sciolta alle ore 16.

 

Erminio Bozzotti

Luigi Origoni

Giulio Ricordi