Data: 14/6/1892



Luogo: Milano

ID: CLET002711




DOC02173.013

CLET002711

 

Seduta del 14 Giugno 1892

ore 1½ pom.

 

Presenti: Giulio Ricordi gerente la Società (voti 2) - Ing. Cav. Luigi Brentano (voti 4) - Cav. F. Gnecchi (voti 1) - E. Bozzotti (voti 1) - Comm. L. Erba (voti 4) - Giuseppe Pisa (voti 2) - Ing. Gustavo Strazza (voti 2). ⎼ Totale voti 16

 

Ricordi: dà lettura del precedente verbale, che è approvato.

 

Pisa: chiede se nell’Atto Sociale non esista l’obbligo di preavvisare le sedute 8 giorni prima.

 

Ricordi: non crede, perché in tal caso avrebbe sempre seguito il disposto: si può verificare.

 

Dall’Atto Sociale non risulta il detto obbligo.

 

Erba: chiede spiegazioni circa I Pagliacci del M.o Leoncavallo.

 

Ricordi: Il M.o Leoncavallo ebbe incarico dalla ditta di scrivere un opera: I Medici. Vi furono trattative avanzate per darla lo scorso anno a Torino: ma essendo opera grandiosa e di impegno, quell’Impresa si spaventò. Allora si suggerì al Leoncavallo di fare un’opera di piccole proporzioni, che poi l’Impresa suddetta avrebbe messo in scena senza difficoltà. Leoncavallo accettò il consiglio, ed anzi mi diede lettura del libretto, che trovai buono, e lo incitai a musicarlo. Domandate varie volte notizie, rispose che stava lavorando, e che poi mi avrebbe fatto udire l’opera finita. Non lo vidi per qualche tempo, quindi con gran sorpresa, essendo assente, lessi la notizia che Leoncavallo aveva venduto I Pagliacci al Sonzogno. Si noti che non poteva vendere, senza prima interpellare la Ditta, la quale per contratto aveva il diritto di prelazione. Nel complesso Leoncavallo ha agito indegnamente, sconoscendo anche tutti gli ajuti accordatigli  dalla Casa, quando implorava lavoro.

 

Pisa: I Medici sono della Casa, quindi bisogna agire contro Leoncavallo.

 

Ricordi: Si è sempre a tempo: a dire la verità il mettersi ancora in mano ad avvocati, mi fa spavento, e non so se convenga spendere danari per questo fatto: mi fu parlato di una possibilità di accomodamento: se non si riescirà, allora incaricherò l’avvocato dei passi necessari, anche per non lasciare lettera morta un patto contrattuale.

 

Gnecchi = Desidererei che fossero più frequenti le sedute, onde i Soci avessero maggiori informazioni: per esempio si è concorso alla Esposizione Musicale di Vienna, si è fatta una pubblicazione speciale, ed i Soci nulla seppero.

 

Ricordi = Nulla ho da controsservare, anzi trovo giusto quanto dice il Cav. Gnecchi: ma il concorso a Vienna fu una cosa improvvisata. In massima non sono favorevole alle Esposizioni, che costano assai, senza relativo compenso. Rifiutai concorrere a Genova, e così rifiutai per Vienna: ma per quest’ultima si ebbero pressioni ripetute e grandissime; prima dall’Ambasciatore Nigra, poi dal Console Austriaco, poi venne persona del Comitato centrale di Vienna. Fu impossibile persistere nel rifiuto: Si dovette tutto improvvisare in fretta ed in furia, compresa la pubblicazione speciale.

 

Pisa: Di questa pubblicazione ne seppi solo da Cambiasi.

 

Ricordi: Diffatti Cambiasi l’ebbe come Presidente del Comitato centrale di MIlano: le copie venivano spedite di mano in mano ch’erano pronte, onde arrivare in tempo per l’apertura: tanto che fino ad ora non l’ebbe neppure il Console Austriaco. Se ne ritorneranno copie da Vienna, le invierà ai Soci.

 

Si apre quindi la discussione intorno al bilancio 1890-91, coll’intervento del Rag. Sg.r Calabi.

 

Erba e Brentano: osservano che le officine produssero 21,000 lire in meno dello scorso anno, quantunque lo stock del Magazzino sia aumentato.

 

Gnecchi = raccomanda [non chiaro] economia sulle copertine e sulle illustrazioni della Gazzetta Musicale.

 

Ricordi = constata che la vendita della musica fu nell’esercizio in discussione in diminuzione sensibile: ora abbiamo un viaggiatore per meglio far conoscere le nostre produzioni: ma pare che la mancanza di danaro continui. Anche i noli sono in diminuzione, in causa della concorrenza dell’editore Sonzogno.

 

Bozzotti = Chiede se i prezzi delle opere non siano troppo aumentati: sa che gli Impresari si lamentano.

 

Ricordi = Gli Impresari si lamenteranno sempre, qualunque sia il nolo: si tengono il più elevati possibile i prezzi, ma non sono mai sragionevoli.

 

Bozzotti = Mi fu detto che al Filodrammatico si pagò il Barbiere 500 lire per 5 sere.

 

Ricordi = Il contratto del Barbiere fu solo per 3 sere e per rappresentazioni straordinarie: per questo si elevano un poco i prezzi, perché in fine dei conti valgono come una stagione intera: il nolo fu di lire 300. 

 

Erba = osserva se non sia meglio facilitare sui noli.

 

Ricordi = si fa questo, per casi eccezionali: ma quando un Impresario ha deciso di dare un’opera, non è per cento lire più o meno che vi rinuncierà.

 

Gnecchi = approva, perché la vera rendita utile è quella dei noli.

 

Si domandano spiegazioni al Rag.e Sig.r Calabi intorno al bilancio officine, ed alla quota d’interesse applicatavi: si conviene che sia portata al 5%.

 

Strazza = Ritorna sulla quistione: crederebbe meglio si fissi il 5%  sul capitale conferito, e che le officine trattengano un utile del 7% sugli stampati fatti per conto dell’Amministrazione.

 

Ricordi = fa osservare che ciò creerebbe una perdita certa, perché il 7% non bilancierebbe il 5% che dovrebbero pagare.

 

Erba: vorrebbe capacitarsi delle cause che producono una diminuzione di rendita.

 

Ricordi: in proposito ne fece dettagliata relazione nel rapporto letto alla seduta del 24 Ottobre scorso.

 

Strazza: parrebbegli conveniente diminuire la cifra di scarto dell’Archivio teatrale.

 

Calabi: non crede prudente diminuire la cifra di ammortamento: la musica che si dà in noleggio si sciupa molto facilmente.

 

Strazza: crede che in ogni caso si dovrebbe fissare l’ammortamento.

 

Ricordi: non trova possibile un ammortamento fisso, perché oltre questo vi è un vero e proprio scarto della musica inservibile = questa quantità può variare molto, e magari se si fanno molti noli, aumentare assai: naturalmente una cosa compensa l’altra.

 

Erba: dice se non vi sono altre economie da farsi nella Gazzetta.

 

Ricordi: ha fatto tutte le economie, e la riforma di dare un pezzo di musica, in cambio di racconti illustrati: ve ne sono ancora parecchi già pronti, e che si adopreranno poco a poco ⎼ e così anche questa spesa andrà a diminuire. Ciò che preoccupa è lo stato generale del Commercio: America del Sud si può dire chiusa, a cagione dell’altissimo cambio: ora vi si aggiunge il Portogallo, che è quasi uno stato in fallimento, ed ultimamente la Spagna, per la quale il cambio sta fra il 18 ed il 20%.

 

Pisa: chiede se nulla si è tentato per questi paesi, ed in specie nell’America del Sud.

 

Ricordi: Nell’America, in occasione che vi andò persona conoscente, la si incaricò di qualche pratica: vengono di quando in quando ordinazioni, ma piccole, e si conferma sempre che è l’altezza del cambio quella che impedisce il commercio di musica. Ha poi alcune importanti comunicazioni: spera aver combinato per la riproduzione delle Willi di Puccini e della Wally di Catalani, col teatro d’Amburgo: se le opere hanno buon successo, vi può essere lusinga di darle a parecchi teatri, essendo gli argomenti conosciuti in Germania ed addatti al gusto di quel pubblico. Annuncia inoltre che pare assolutamente decisa la rappresentazione del Falstaff nella ventura stagione alla Scala, e così pel Nerone nell’anno successivo.

 

Erba: domanda se si sono stabiliti i contratti.

 

Ricordi: non ha alcun dubbio che Falstaff sarà ceduto alla Casa: spera lo stesso del Nerone quantunque dicasi che Sonzogno abbia già fatto grandi offerte a Boito.

 

Pisa e Gnecchi: desiderano sapere se per l’opera di Verdi venne stabilito il prezzo.

 

Ricordi: ha appunto annunciato quanto sopra, per avere autorizzazione a fare i contratti quando ne sarà il caso. Con Verdi non è il caso di discutere menomamente: si è sempre fatto così ed anche per l’Otello il Maestro Verdi ebbe offerte tre volte superiori alla cifra ch’egli segnò nel contratto.

 

Erba: chiede se è probabile che Boito accetti un contratto come quello del Mefistofele.

 

Ricordi: lo desidererebbe con gran piacere ma non crede sia probabile: il Mefistofele era un’opera caduta, ora Boito ha ben altra posizione artistica.

 

Strazza: crede conveniente dare facoltà al Gerente per questi due contratti: è troppo  evidente che la Casa deve avere questi due lavori.

 

I Soci approvano.

 

Erba: per avere una semplice idea, chiede se si sa approssimativamente che cosa ha reso l’Otello.

 

Ricordi: il conto sarebbe presto fatto, ma non è ora pronto, né vuole fidarsi della propria memoria: ritiene però che a quest’ora la cifra d’aquisto fu coperta: intanto si rammenta che in tre o quattro mesi vennero vendute non meno di 5000 copie dell’edizione per canto, ed altrettante dell’edizione per pianoforte.

 

La seduta è levata alle ore 4½ pom.e

 

Erminio Bozzotti

Gustavo Strazza

Giuseppe Pisa

Luigi Brentano

Francesco Gnecchi

Luigi Erba

Giulio Ricordi