Sinigaglia 11 Luglio 1831.          Lanari Aless[andr]o. Il Sig. M° Morandi di qui mi scrive che voi lo avete apertamente avvisato d’aver fatto una copia dei Capuleti, d’averla quindi a me venduta, e che io dal canto mio ne vendetti una copia a Napoli asserendo d’aver delle prove di tutto questo da persone di Milano di Bologna e di Napoli, e che il mio socio di Firenze confessò tutto. Un tale ammasso di assurdità mi ha fatto rispondere a Morandi che certamente voi avrete voluto scherzare e che egli era ben sicuro che ne da lui ne da altri al mondo avuto aveva tale spartito fuorchè da voi dopo la conclusione del duro contratto che mi avete imposto approfittando dell’impegno da me corso con Genova. Devo però dirvi che scherzi di simil natura che compromettono l’onore delle persone sono scherzi di assai cattivo genere. Che se avete creduto di parlar sul serio, spero bene che somministrerete le prove sulle quali vi siete arrischiato di macchiare  l’onore del Sig. Ricordi che in questo ha ben ragione d’esigerlo. Non ho tardato un istante a raggug ragguagliarlo di tutto questo, ond’abbia a conoscere la cosa, e ve ne scriva direttamente. Intanto ho creduto d’interpretarne i sentimenti scrivendovi la presente ma voglio credere che tutto sarà altro che uno scherzo imprudente [?]. Il Sig. Zamboni di Venezia che mi chiese i Capuleti e che glieli aveva lasciati per fr[anch]i 400 mi scrive oggi che gli vien offerta una copia per £120. Vorrebbe che io combinassi con uno spartito che mi dimanda a nolo. Siccome questo Sig. Zamboni mi pare in relazione con voi, così verei [sic] pregarvi mi diceste qual prezzo posso fargli.