Colleretto Parella - Ivrea

 li 6 Ottobre 1905

Carissimo Sor Giulio,

Non posso mettere in un telegramma quanto mi occorre dirvi. Sono stato tutta l’estate e l’autunno malato e ancora non sono rimesso, tanto che per avere il mio medico a portata, abbrevio la campagna, rinunzio al sereno si lungamente atteso e Mercoledì 11 corrente faccio definitivo ritorno a Milano. Fin’ora, tribolato dall’asma, non ho potuto attendere proficuamente al lavoro. Appena mi mettevo a tavolino mi pigliava un’ accesso. Ora a quanto pare l’asma sta per cedere e vi assicuro che non vedo l’ora di poter riprendere la penna e persuadermi di non essere del tutto incretinito. Dopo tanto e si lungo e sbadigliante riposo, spero che il lavoro sarà per riuscirmi facile e spedito. 

Del primo quadro, il solo che fin’ora posseggo, sono sicuro di sbrigarmi in quattro o cinque giorni. Ho già mentalmente segnato i punti da ritoccare e non mi resta che comporre i versi. Puccini mi scrive che a suo vedere il pericolo è la lunghezza. Certo è più difficile serrare molto in genere [?], anziché abbandonarsi alle seduzioni ritmiche.

Ma è difficoltà che già siamo avvezzi a superare perché i nostri libretti non mi sembrano verbosi affatto. E ne verremo a capo anche questa volta. A rivederci fra pochi giorni. 

Vostro aff.

Giuseppe Giacosa

Trascrizione di Veronica Mondoni
Tipologia lettera
Sottotipologia biglietto
Scrittura manoscritto
Lingua italiano

Medatadati Fisici
Nr. Fogli 1
Misure 120 X 145 mm

Lettera titolo LLET000193