Data: 17/2/1868



Luogo: Genova

ID: LLET000983




Genova 17 Feb 1868

Caro Giulio

Alle poche parole scrittevi jeri ne faccio oggi seguire altre molte per spiegarmi ben chiaramente su questo D.Carlos della Scala. Voi vedete le cose da ottimista, ed io (come del resto in tutto e sempre) le vedo pessimamente; ma credo non sbagliarmi dicendovi che non vi può essere più il tempo neccessario [sic] per dar bene quest'opera – Prima di tutto il progetto Bonola non mi pare né utile né conveniente.

Perché allungare la stagione? Per far sentire al pubblico un'opera nuova? Gran ché! Ma questo pubblico potrebbe ben trovare la progettata disposizione troppo pretenziosa, o almeno incomoda e noĵosa perché lo sconcerterebbe nelle sue abitudini. Lasciamo lasciamo il pubblico fare tranquillamente le sue digestioni, ed, ora che viene la primavera, le sue passeggiate senza aver l'aria di forzarlo a venire in teatro per fischiare od applaudire un'opera.

Del resto prolungando la stagione anche fino al 20 aprile, non si arriverebbe egualmente in tempo.

Spieghiamoci: Il Mefistofele, dite, non andrà in scena che alla fine di Febbrajo, intendete il 7 Marzo; cominciando subito dopo le prove del D.Carlos si andrebbe in scena il 18 Aprile!!! Né vale il dire che a Bologna bastarono 20 giorni giorni, perché vi faccio osservare che a Bologna si facevano due prove al giorno, non vi era settimana santa, né feste di Pasqua. In questo modo i 20 giorni diventavano 40; più i Cori avevano studiato l'opera da un mese, e tutti gli artisti sapevano la loro parte. Malgrado ciò, voi stesso avete visto, che molte cose sceniche indicate e volute dalla musica, erano trascurate o mal eseguite, e vi era un ballabile malissimo fatto. Tali inconvenienti non devono succedere a Milano. –––  Aggiungete che se il Mefistofele e così difficile da impararsi, vuol dire che è mal scritto per le voci (ciò nulla toglie al talento del compositore... Beethoven scriveva malissimo per le voci) quindi dopo tanto enorme fatica, dopo un'enfantement così penoso, è naturale in tutti una spossatezza fisica e morale che farà divenire impossibile ogni ulteriore fatica. Io conosco mon monde e potete star sicuro di quel che dico. È la forza naturale delle cose; deve essere così, e non può essere altrimenti. Vi è dippiù un gran ballo che deve andare in scena dopo il Mefistofele. Questo non occupa, direte, ne Cori né cantanti. Sì: ma occupa macchinisti, attrezzisti, vestiaristi, e scenografi. Nel D.Carlos vi sono sette scene, cinque delle quali complicatissime, e della più grande importanza. Ripeto ancora che per eseguire bene il D.Carlos musicalmente e scenicamente ci vogliono 40 giorni [sottolineato 4 volte] con tutto il personale del teatro completamente libero d'altri impegni.

Veniamo ora a Mariani. Mariani non pensa più a Bologna. Egli è quì piedi e mani legate e non si muoverà. Il Carlo Felice finisce il 5 Aprile per ricominciare dopo Pasqua. Se Mazzucato vi fà tremare perché come voi dite, invaso da uno spirito d'inerzia, d'accidia, di scetticismo et.et.. Egli ruinerà l'opera certissimamente. Supponete pure che io possa venire a Milano: io potrei forse far marciare bene le prove, ma cosa potrei fare al momento della battaglia?

La conclusione di tutto questo si è che il D.Carlos ora sarebbe dato in fretta, tant bien que mal, con un personale sfinito fisicamente e più moralmente, infine un pis aller.

Se questo può convenire al Impresa, credo non possa convenire all'Editore, ma certamente, e più che certamente non conviene a me. La miglior cosa a farsi si è di dire subito all'Impresa di smettere il pensiero di dare il D.Carlos.

Addio. Scrivetemi, add

G.Verdi

Trascrizione di Archivio Ricordi

Opere citate
Don Carlos

Teatri citati
Teatro alla Scala

Tipologia lettera
Sottotipologia lettera
Scrittura manoscritto
Lingua italiano

Medatadati Fisici
Nr. Fogli 2
Busta 1
Misure 205 X 130 mm

Lettera titolo LLET000983