Genova 7 Feb: 1886

C. Giulio

Non vale la pena di sentire la Bellincioni. Bisogna sentirla in un'opera intera per rendersi conto delle sue qualità, de' suoi difetti, e se resiste. Non vorrei giudicarla nella Traviata! Una mediocrità può avere qualità per emergere in quell'opera, ed essere pessima in tutte le altre. - Se voi m'aveste scritto 24 ore prima sarei venuto stassera a Milano. Era il momento opportuno. Si poteva venire dopo a qualche cosa di pratico, e, se nel caso non mi fosse convenuta la Bellincioni, si poteva pensare a qualche altra. Così siamo sempre a mezz'aria, si perde il tempo, ed io non lavoro!

Anche pei Tenori voi trovate tutto facile, ed io molto difficile. Io che non ho scritto né pel tale, o tal altro artista, ora, osservando le parti fatte, non trovo chi mi conviene. - Masini (dietro proposta di Corti) m'ha scritto ... Io gli ho risposto di non pensare affatto ad Otello. Jeri pure è venuto da me (sempre dietro proposta di Corti) il baritono Duvoyod ...  Ho risposto come a Masini. Molti, e molte altre m'hanno scritto, e non ho risposto. Intanto non si và avanti, e, quel che è peggio, tutto ciò disturba, inquieta, e si perde tempo! Ah il tempo! il tempo! ... Badate caro Giulio, che non ci manchi in ultimo! Se io non arrivo a finire il non-poco che mi resta, prima dell'estate, non sarà possibile Otello.

Communicate questa lettera a Corti, e conservatela. Non s'abbia a dire più tardi ... Speravamo, credevamo  et. et.

Ad Ad

G. Verdi