Data: 23/7/1890



Luogo: Milano

ID: LLET002596




Milano, 22 Luglio 1890

Ill. Signor Comm. Giulio Ricordi

                                               Città

      A preg. Sua 22 corr.

      E' pur necessario, se vogliamo intenderci ed arrivare all'accordo che Ella dice di desiderare come noi, ristabilire i fatti.

      Ripetiamo: la tela fu approvata dal Maestro. Questo è il punto. Se poi tutti i difetti del libretto compiuto si riducessero alla forma, o per meglio dire alla lunghezza eccessiva, noi saremmo qui pronti a eseguire tagli e modificazioni, anche gratis, quantunque sappiamo che certe modificazioni se sono appena un po' importanti si usa pagarle comunemente oltre il prezzo convenuto per il libretto. Tant'è vero che a questo genere di lavoro eravamo e siamo disposti, che la 1a parte del 3° atto fu fatta due volte: che il 4° atto fu fatto tre volte. Né ci siamo lamentati, né abbiamo chiesto alcunché. Abbiamo fatto dunque, e faremmo ancora, tutto il necessario per raggiungere la musicabilità di cui ora si lamenta l'assenza.

       Ma non è ciò che ci si chiede. Ci si cambia la tela. Si introduce il baritono al 1° atto, per esempio. Che c'entra la forma poetica sbagliata con questa innovazione che ci obbliga a rifare di pianta il 1° atto? Si muta la costruzione del 2° atto (che il Puccini in un biglietto che teniamo aveva dichiarato bellissimo): che c'entra la forma poetica? Si inventa di pianta un nuovo 3° atto mentre, ripetiamo, la tela di quello da noi composto era stata approvata: poi, fatto il 3° atto e non piaciuta la 1a parte, la si era rifatta d'accordo col Maestro e in base alle sue istruzioni.

       Noi sfidiamo chiunque, (e siamo disposti a sottostare ad un arbitrato) \a dirci/, se siamo in obbligo di termini di contratto, di fare gratis l'enorme lavoro che ci si chiede. Vuole un arbitramento? Siamo a Sua disposizione. Perché Ella dice di non voler stare al contratto e di voler trattare amichevolmente. Noi, invece, pur trattando amichevolmente, ci teniamo assai a stare al contratto. In esso sono i nostri doveri e i nostri diritti. Non veniamo meno ai primi: e respingiamo con tutte le forze l'appunto che da chiunque ci fosse fatto di valerci della circostanza che abbiamo incassato il prezzo di 3 atti per rifiutarci ad un lavoro di correzione e di miglioramento. Sfidiamo chiunque, fieri della nostra coscienza d'artisti e di uomini onesti.

      Confermiamo quindi la precedente nostra lettera: disposti ad accettare l'arbitrato o a trattare quelle altre proposte che Ella credesse di farci.

               Con ossequio

                                       Devotiss.i

              Marco Praga                                Domenico Oliva

Trascrizione di Archivio Ricordi
Persone citate
Giacomo Puccini

Opere citate
Manon Lescaut

Tipologia lettera
Sottotipologia lettera
Scrittura manoscritto
Lingua italiano

Medatadati Fisici
Nr. Fogli 1
Misure 228 X 133 mm

Lettera titolo LLET002596