Data: 9/5/1911



Luogo: Pesaro

ID: LLET002790




Pesaro 9 maggio 1911.

Caro Signor Tito - ciò che Ella mi scrive circa l'improvviso ritorno di Puccini verso Soeur Beatrice mi capita un po’ di sorpresa e quindi mi rende un po’ perplesso e spiacente. Ella mi comprenderà se pensa che questo soggetto che io ho amato e studiato per tanto tempo mi viene portato via proprio nel momento in cui mi ero deciso di musicarlo. Comunque sia, poiché la Ditta me lo chiede, pure sentendo un certo diritto di priorità sul dramma maeterlinchiano, cedo volentieri la via a Giacomo Puccini, prima, per il rispetto dovuto all'anzianità, poi, per quella gratitudine che noi giovani si deve sentire verso chi ha saputo così bene affermare l'arte italiana all'estero. Per il secondo soggetto di opera comica di cui ho accennato in altra mia, non posso ancora presentare alla Ditta nulla di concreto; posso assicurare però di aver raccolto degli elementi che mi sembrano buoni e che sto studiando per mio conto per riuscire a cavarne un materiale degno di quel tipo di opera comica che dopo Rossini e Verdi nessuno ha tentato con successo.

Ed ora, caro Signor Tito, vorrei che Ella si rendesse interprete presso la Ditta di un'altra cosa assai importante per me. Tre anni or sono a Torino, Le parlai di un libretto del quale avevo musicato già un atto e mezzo; il libretto, se ne ricorderà, non Le piacque, anzi, Le dispiacque molto, tanto che mi sconsigliò energicamente di proseguire il mio compito di musicista abbandonando quanto già era stato fatto. Francamente da parte mia ero ben spiacente di dover gettare al vento il materiale che mi sembrava buonissimo e che dato il suo carattere speciale e ammessa la grande avversione che io sento per riadattare la musica fatta ad altre parole, sapevo di non poter più utilizzare. Mi decisi quindi, dopo di aver fatto apportare parecchie modificazioni al libretto, di finire l'opera per mio conto, lavorando come un signore che ha del tempo e dell'intelligenza da sprecare.- Era naturale però che ad opera finita io sentissi prepotente il bisogno di vederla rappresentata, tanto più che la fede nel mio lavoro anziché diminuire cresceva man mano che mi avvicinavo alla fine.

Ricordando però troppo bene la di Lei ostilità verso il libretto di questa disgraziata Melaenis, non mi sono neanche azzardato di presentare l'opera mia alla Ditta, ché troppo mi avrebbe fatto male un secondo rifiuto. Tenendomi sciolto, quindi, dall'obbligo di prelazione verso la Ditta stessa, ho preso senz'altro impegno, non con Sonzogno come allora Ella scherzando mi consigliava, né con altri editori o concorrenti, e neppure con la direzione della Scala, quantunque indirettamente mi si sia fatta balenare la possibilità di una buona accoglienza, ma con un mio amico, il dott. Tancredi Pizzini, perché sapevo che egli non avrebbe mai fatto opera di pura speculazione e non se ne sarebbe mai servito in modo da nuocermi o dispiacermi.

Ora io chiederei, onestamente e semplicemente, che la Ditta Ricordi interpretasse ciò come un atto di uomo libero e retto. Vorrei che lasciasse libera facoltà al dott. Pizzini di amministrare Melaenis come meglio crede non ponendo ostacoli e facilitandogli possibilmente il suo compito. E chiederei pure che la Ditta non volesse né offendersi né allarmarsi qualora il mio amico presentasse l'opera mia alla Scala cercando così di realizzare quel grande sogno di tutti i musicisti italiani che finora a me è stato negato. Per mio conto ci tengo a dichiarare che fra i patti stipulati fra me e il dott. Pizzini è stabilito che “qualora l'opera rappresentata con successo fosse richiesta dalla ditta Ricordi non devono esistere[,] da parte dello stesso dott. Pizzini, delle difficoltà per la cessione.”

Ecco, caro sig. Tito, ciò che da parecchio tempo dovevo esporLe e che Le espongo oggi perché il momento mi sembra opportuno.

Credo che la Ditta non mi negherà il favore che chiedo tenendo conto della mia buona fede e della mia buona volontà. Mi tengo poi certo del di Lei favorevole intervento e la ringrazio fin d’ora.

Attendo una risposta mentre La saluto cordialmente, rispettosamente, inviandoLe i rallegramenti più sinceri per l'esito felice dell'operazione subìta dal di Lei padre, comm. Giulio.

Suo devmo

R. Zandonai

Ho spedito, alcuni giorni or sono, le partiture di due pezzi sinfonici. Sono arrivate?

Trascrizione di Diego Cescotti - Biblioteca Civica di Rovereto

Tipologia lettera
Sottotipologia lettera
Scrittura manoscritto
Lingua italiano

Medatadati Fisici
Nr. Fogli 2
Misure 180 X 125 mm

Lettera titolo LLET002790