All’Ill. Cav. Tito Ricordi

Emerito Negoziante

Di Musica

Milano

Pescia 27 Aprile 1864

Non ho potuto effettuare i miei desideri di far rappresentare a Viterbo l’Ebrea, o sia i Romani in Siria, poiché la compagnia non era tale da poterne assicurare l’effetto. – Essendo però mia ferma intenzione di far riprodurre la precitata opera in qualche più importante Teatro, vengo a dirvi ch’io vorrei approntare il Lavoro per una prossima occasione per la qual cosa mi [****] portare nell’atto 3.^o alcune modificazioni, oltre a quelle già da me immaginate e condotte a termine, come nell’atto 1.^o una nuova cavatina per Rachele (1^a Donna), alcune scene ecc. Vorrei dunque aggiungere un duetto fra le due donne nel Precitato atto 3.^o ed un’aria di Eleazzaro, togliendo il duetto esistente fra i due Bassi ed il Pezzo concordato del Giudizio che soprastano [****]. Se questa mia idea vi piace vi pregherei farne parola col bravo amico Piave [Francesco Maria Piave] onde mi secondasse coi precitati cambiamenti. – Per dare prova di mia stima, ed amicizia io non vi faccio alcuna domanda, anzi mi spoglio fin d’ora d’ogni diritto di proprietà per l’innovazioni che sarò per fare nell’Ebrea; solo vi chiedo, stampando l’opera, N. 12 copie, e la promessa di obbligare l’Impresa che sarà per produrla a valersi della mia cooperazione per porla in iscena la prima volta. –

Credo che questa mia proposizione non sarà per diffidarvi e che accoglierete la mia offerta come novello attestato di mio antico affetto e servitù. –

In attenzione di un vostro riscontro passo a ripetermi con tutta stima

Vostro aff.^mo serv.

G. Pacini

P.S. Ho dimenticato dirvi che la Parte di Eleazzaro sarebbe da me ridotta per Baritono, e quella di Cesennio per Basso profondo, la quale diverrebbe di minore importanza. –