Mio carissimo Tito,

vorrei e dovrei scrivere una lunga lettera, ma stasera sono morto di stanchezza; e questa fatica del ricopiare mi ha dato il tracollo. Ho bisogno di stendermi e di dormire.

Come vedrai, una gran parte del primo atto è offerta nella sua forma poetica quasi definitiva.

Era necessario che il Maestro potesse anche rendersi conto della metrica e della intonazione, specialmente di questa.

Giacomo troverà nel principio una pagina su una primavera palustre piena di passi e ripassi miracolosi. Come sarei felice se gli ispirasse una pagina di musica in cui fossero condensati i suoi sogni di cercatore solitario all’alba e al tramonto sul lago di Massacciuccoli [sic]! Come sarei felice se questo mio poema tirasse fuori dalla sua anima taciturna tutta la poesia accumulata in tanti anni e rimasta occulta!

Gli scriverò domani, mandando gli altri tre atti – pei quali debbo limitarmi a una semplice e sommaria esposizione.

Auguri a lui, a me e te! 

Il tuo

Gabriele