Data: 26/4/1861



Luogo: Firenze

ID: LLET004512




Firenze, 26 aprile 1861

Hôtel du Word

Carissimo Tornaghi,

Il non risponderti fu proggetto [sic]; ho voluto aspettare l’esito del mio Assedio di jeri sera[1]. Tu l’hai avuta a morte colla Fiorentini perché ti ha mandato l’avvocato Curti, ragione che potevi restringerla a solo interesse di Casa ma non estenderla a cercare di farle del male come artista, giacché anche in Firenze ho saputo che si è tentato per parte tua di nuocerla. A fronte di tutto questo dessa ebbe un successo straordinario prima nel Trovatore (opera non mia) e jeri sera ancor maggiore nell’Assedio. Cosa vuoi? L’opera era un’altra cosa. Prima di tutto la dirigevo io in orchestra e i tempi non erano maltrattati come lo furono a Milano. La Fiorentini più animata e già in simpatia del pubblico fece miracoli. Il tenore Tombesi fu un delizioso Ludovico. Orlandi fece fanatismo nella Romanza che Cotogni sopprimeva. Rochitanschi un Michelangelo imponente. Il vestiario ricco e in carattere, non come a Milano dove esiste una Commissione teatrale che mi vestì Michelangelo alla spagnuola. I coristi con voce fresca e piena di buon volere. L’orchestra senza le sciocche pretese della Scala ma obbedienti alle intenzioni del compositore e caldi di ben fare. Il pubblico era maldisposto, così erano le voci che correvano; la ditta Ricordi di Firenze disse che bisognava andare la prima sera, giacché non si sarebbe fatta più. Questa antipatia non può che venire da Milano. A fronte di tutto furono sorpassate tutte le difficoltà ed ogni pezzo fu applaudito assai e ripetuto il finale del 2° atto[2].

Eccoti la pura verità. Fui tanto trascurato a Milano e specialmente per parte tua che in certo modo gioisco doppiamente nel darti queste notizie. Tu mi dicesti che se avessimo trattato da soli non saressimo [sic] arrivati a cause disgustose; ma per Dio fu un vero martirizzarmi in ogni rapporto mentre ti vedeva indifferente per me sapeva che stavi lavorando in favore di altri. Non puoi negarmi che l’odio per la Fiorentini era una scusa per fare l’interesse esagerato di Ricordi. Io non pretendeva molto. Ripeto che l’interesse non è ancora il principale movente della mia azione. Desiderava maggior considerazione e nulla più. Questo sfogo me lo perdonerai e l’accetterai in buona grazia. I 500 franchi che m’ offri per la cessione della stampa sono pochi. Aggiungine altri 300 almeno per pagare gli avvocati della causa (altra piccolezza che non dovevi mai usare con me). La Marion De Lorme[3] è finita. Il libretto è assai bello. La musica sarà giudicata col tempo. Se mi vuoi essere veramente amico cessa dal far del male alla Fiorentini; credi che non lo merita. Scrivimi di tutto e se credi porre una pietra sul passato ti ajuterò anch’io.

Credimi

Il tuo aff.mo

Gio. Bottesini

 

[1] L’assedio di Firenze era stato rappresentato al teatro Pagliano di Firenze il 25 aprile 1861.

Il cast era così composto:

Claudina Fiorentini: Marietta de’Ricci; Giuseppe Tombesi: Lodovico Martelli; Giovanni Battista Rochitanschi: Michelangelo Buonarroti; Vito Orlandi: Giovanni Bandino. Sul libretto della prima conservato in I–Fn c’è scritto: «il presente libretto è di esclusiva proprietà del sig. Bottesini e a norma delle leggi, ne sono quindi proibite la ristampa, introduzione e vendita di ristampe estere»

[2] In effetti ciò che Bottesini racconta sull’esito della sua opera corrisponderebbe a verità, come si evince dalla cronaca della serata apparsa su un giornale fiorentino, nel quale viene esaltata anche Claudina Fiorentini.

[3] La Marion Delorme, opera in tre atti su libretto di Antonio Ghislanzoni sarà rappresentata al teatro Carolino di Palermo il 10 gennaio del 1862 e ripresa al Liceu di Barcellona nel 1862.

Trascrizione di Aldo Salvagno; INZAGHI, p.123, carteggio 24

Teatri citati
Teatro alla Scala

Tipologia lettera
Sottotipologia lettera
Scrittura manoscritto
Lingua italiano

Medatadati Fisici
Nr. Fogli 1
Misure 190 X 125 mm

Lettera titolo LLET004512