2 luglio 1879
Buenos–Ayres
Caro Giulio,
Perché ritardi la pubblicazione del povero Ero? Leggo che si vuol darlo a Venezia. A Roma pure si dovrà perché Stagno ne è incantato. Ricordati che devi dedicarlo ad Enrico Barbacini[1]. Te l'avevo detto, ma forse l’hai dimenticato. L’Ero andrà in scena verso il 20 corrente e spero assai. La mia salute è buona, il paese antipatico. Le due compagnie si amano poco fra loro, ma fino ad ora siamo pagati. Due righe tue farebbero piacere
Tuo aff.mo
Gio. Bottesini
[1] Sorprende la dedica al tenore Barbacini, per il fatto che Bottesini ebbe delle dispute con lui durante la prima torinese dell’opera, riguardo a “puntature” non previste dal compositore.
Il tenore Enrico Barbacini (1834–1905), primo interprete di Ero e Leandro ebbe una notevole carriera che lo portò a cantare nei teatri più importanti d’Europa. Fu molto stimato anche da Verdi, del quale cantò spesso il Don Carlos ed il Requiem.
Depanis così ce lo descrive: «Piccolo della persona, tozzo, brutto di volto, volgaruccio di modi, il Barbacini sembrava l’antitesi del tenore amoroso, né la voce di pasta gutturale e di limitata estenzione poteva dirsi una buona voce. Eppure sulla scena avresti giurato di trovarti dinanzi ad un’altra persona, tanto il Barbacini si immedesimava coi personaggi e la voce adoperava con sottile accorgimento che, dimentico delle deficienze, cedevi al fascino di una dizione impeccabile e di un’arte squisita». (Depanis, I concerti popolari cit, II,p.14).