Data: 21/3/1919



Luogo: Zurigo, Svizzera

ID: LLET004846




Zurigo, Svizzera

Schulhausstr. 36

21 Marzo 1919

 

Carissimo Sig. Avvocato,

 

sono tuttora indipendente e sciolto da qualsiasi legame nella mia attività di compositore. Mi permetta dunque di rivolgermi ancora una volta a Loro, acciò io possa stabilire più definitivamente il mio caso, io ciò che concerne la mia situazione di Musicista in Italia. Ma, a fine che la Loro decisione riesca matura, Le fornirò anzitutto qualche schiarimento che si riferisce a fatti antecedenti: fatti, che furono – io temo – imperfettamente riportati a falsamente interpretati.

 

Ad una età ancora adolescente, il bisogno di approfondirmi nelle teorie musicali mi allontanò imperiosamente dall’Italia. Se Lei vuole ricostruirsi in memoria lo stato deplorabile in cui si trovava la Musica in Italia verso il 1883, Ella non potrà altrimenti, che approvare lo sforzo d’un giovanetto serio e coscienzioso. I miei primi successi italiani furono troppo facili; a tal punto, che mi divennero sospetti. Anziché approfittarne comodamente, troncai risolutamente delle relazioni, che mi apparvero fatali al mio sviluppo.

 

La mia attività a Berlino (interrotta dal resto da viaggi internazionali) non fù che una continua lotta contro le restrizioni e la poca grazie germaniche; e le mie poche ed intime soddisfazioni nel vincere successivamente gli ostacoli e le opposizioni, mi guadagnarono colà una popolarità essenzialmente negativa.

 

Arrivato tardi al posto di Bologna, le mie prime azioni furono di combattere ad alta voce un inclinazione [sic] già troppo inveterata verso Wagner ed altri autori stranieri (che considero contraria alla natura italiana) e di proclamare la Musica nostra. Anche questo dispiacque in una città, che, per le sue tradizioni, si confondeva volentieri con Bayreuth.

 

Nonostante il mio lento avanzare come compositore nella pubblica considerazione, fù la Casa di Lipsia, che fin da principio mi aprì tutta la sua fiducia, e mi sostenne durante la metà della mia vita. Tale incoraggiamento invano attesi dall’Italia: e le rare sollecitazioni, che azzardai a larghissimi intervalli, non riuscirono all’intento di riavvicinarmi ad essa. Eccole, a gran tratti, la storia del mio Esilio.

 

Oggi ho diritto di considerarmi uno dei più distinti fra i Musicisti italiani; e starebbe ora all’Italia di chiedersi, se la mia presenza costà potesse, o nò, essere necessaria, ò almeno utile. Se l’Italia mi respinge di nuovo, sarò costretto – a mio profondo rammarico – di rinunziare a farne parte integra; dall’altro canto il sentirmi desiderato da Noi coronerebbe una vita pazientemente costrutta con delle intenzioni puramente artistiche.

 

I mezzi termini, una benevola e rispettosa tolleranza, le proverbiali acclamazioni al Pianista, non basterebbero però a restituirmi al mio paese:

ed è precisamente questo il soggetto, che mi preme di elucidare, ed è appunto in questo senso, che io mi propongo d’interpellarLa fermamente; esigendo da Lei una schietta risposta, ch’ella non mi ricuserà dopo aver conferito con il Commendatore.

 

Tutto ciò che fù detto fin quì, tocca l’argomento generale e principalmente importante: abbia pazienza, e mi lasci ora proseguire ad alcuni punti più concreti.

 

La Casa editrice di Lipsia si trova in perfetto accordo con me nel desiderio di entrare in trattative con la Loro, per cedere il diritto della pubblicazione di tutte le mie opere all’Italia. In questo io sono autorizzato ad agire da intermediario; e se tal cosa Loro convenisse, ben volentieri assumerei l’impegno.

 

La composizione della mia nuova opera teatrale

‹il Dottor Faust› procede con regolarità; ma il suo compimento esigerà almeno ancor un anno di lavoro. Quest’opera, basata su un mio testo di concetto indipendente da qualunque altro poema faustico, è scritta in lingua tedesca, alla quale - e per un esercizio continuato, e per le condizioni che accompagnarono il corso della mia vita – mi sono assuefatto. Però io stesso sarò capace di renderne la traduzione italiana.

 

Intanto – oltre già alla metà dello spartito – ho terminato due pezzi orchestrali (Sarabande et Cortège) che servono d’abbozzo alla Musica del dramma e si prestano efficacemente all’esecuzione di Concerto.

 

Pur avendo evitato di riuscire prolisso, temo averla trattenuta oltre misura; ma il materiale compreso in questo scritto non potrebbe esser ridotto a forma più concisa.

 

La saluto amichevolmente, e pregandola di porgere i miei ossequi al commendatore, mi dico Suo affmo e devomo

 

Ferruccio Busoni

Trascrizione di Alessio Benedetti, Maurizia Pelaratti
Tipologia lettera
Sottotipologia lettera
Scrittura manoscritto
Lingua italiano

Medatadati Fisici
Nr. Fogli 6
Misure 270 X 215 mm

Lettera titolo LLET004846