Data: 22/9/1874



Luogo: Portici, Napoli

ID: LLET005445




Portici 22. 7bre 74.

 

Carissimo Sig. Giulio

La ringrazio della sua gentile del 18 corr.te, io è già qualche tempo che le avevo scritto, e mi attendeva veder suoi caratteri.

Invece mi scrisse Ghislanzoni, e mi accingeva a dirgli molte cose, quando ebbi il brutto incontro del ladro.

Quelle medesime cose glie le ho fatte oggi ostensive: cioè, che siccome nel romanzo essendoci delle situazioni calde e fredde, specialmente verso l’ultimo nella persona di Salammbó, e che in un certo cenno che egli mi faceva, vedeva non chiaro abbastanza nella disposizione delle parti, così non poteva accettare un solo primo atto di un’opera alla quale non ho messo mai tanta importanza, quanta oggi, è appunto perciò che Ella conveniva con me che il libro era di necessità assoluta per un autore di riceverlo completo. E tanto più ciò era indispensabile per l’argomento del romanzo; e le giuste esigenze del pubblico in un soggetto che offre gradi novità. Le quali cose sono certo che le valuterà anche il bravo Ghislanzoni, del cui ingegno non dubito. Ma alla buona riuscita, almeno come mi promette, è inevitabile che io vegga, legga, studii tutto il libro. Io non sono meno entusiasta di lui: ma egli vede il dramma nella sua mente; ed io quando non mi trovo innanzi niente, è naturale che non vegga niente, fuori della speranza di bellissimo poema corrispondente alla cosa che ho scritto a lui. Perciò raccomando anche a lei di sollecitare il comune amico poeta acciò mettendosi a tutt’uomo riesca nel nostro intento di avere un ottimo libro, che è pur di non poco interesse per lei. Fortunatamente per me che essendo ella un’artista [sic] più che Editore intende come me tutta l’importanza della situazione.

Molte cose ho scritto a Ghislanzoni, e principalmente di non fare il dramma ad ogni costo più di quattro atti, e che le parti e la distribuzione dei pezzi fossero equilibrate in modo da non far sorgere mali umori ne’ cantanti. Se creda, raccomandi da parte sua anche questi consigli.

Quanto all’opera buffa per casa Lucca le dico che è vero. È da gran tempo che io già avea pronto un’argomento [sic], e di tanto, in tanto mi ci occupavo. E come la casa Lucca ebbe cognizione del mio contratto con lei per un’opera seria, così mi premurò di avere lo spartito buffo; tanto più che io avevo l’agio di questi mesi liberi per ultimare il mio lavoro. Ciò non pensi che debba fare da minimo ostacolo ai serii miei obblighi con lei. Quella è un’opera buffa, della quale son presso ad uscir fuori. Tutto il mio tempo non appena avrò il libro da lei, sarà occupato per un lavoro che deve rispondere alla mia stima per lei, all’aspettativa del pubblico, ed allo sfogo del mio cuore, di che ne sia pienamente sicuro.

La prego ossequiarmi in pari tempo l’egregia Sua Signora, l’ottimo Sigr Padre e l’amico Tornaghi. Ed a lei stringo la mano e con distinta stima mi ripeto

Affmo Amico

Errico Petrella

 

P.S. Tanti saluti all’ottimo amico Faccio. Ricevetti la carta di musica. Tanti ringraziamenti.

Trascrizione di Paola Meschini

Tipologia lettera
Sottotipologia lettera
Scrittura manoscritto
Lingua italiano

Medatadati Fisici
Nr. Fogli 1
Misure 205 X 135 mm

Lettera titolo LLET005445