Data: 29/3/1858



Luogo: Venezia

ID: LLET007101




Venezia 29 Marzo 1858

Sig. Tito di Gio Ricordi

Milano

Carissimo Tito!

La tua cara lettera mi giunge opportunissima. Ieri dopo finiti i discorsi col Mazzucato, egli concluse dicendomi ch’era inutile ch’io ti scrivessi in proposito perché egli stesso te ne avrebbe data relazione. Non ti avrei scritto adunque se non mi fosse giunto il tuo invito, sicuro che il Mazzucato sarebbe stato un esatto relatore. Il progetto di cui ti ha parlato mi parve che si risolva nella prima idea fondamentale piantata da me quando accettai la tua proposizione. Cioè che il giornale sia diretto da me, e sussidiato dalla sua collaborazione. Egli disse che veniva unicamente da me per avere anche a voce la stessa assicurazione che gli feci in iscritto, di valermi dell’opera sua, e per precisare preventivamente con me la misura di questa sua cooperazione. Mi formulò tre interrogazioni:

1.o Quando sarei in grado di assumere la Direzione?

2.o Quanti articoli gli sarebbero concessi?

3.o Di quali materie s’occuperebbe?

Tutte queste domande sono talmente subordinate alla tua adesione, che io non avrei dovuto né potuto rispondervi categoricamente. Io gli risposi adunque solo per me, e nel senso col quale mi ho [sic] hai sempre chiaramente spiegato. Gli replicai ancora una volta che domandando la sua collaborazione come condizione della mia accettazione non intendo di far un’atto [sic] di amicizia, ma di assicurarmi un elemento essenzialissimo pel decoro del tuo giornale. Quando scese ai particolari io non feci che aderire: quanto alla tua sanzione la mi parve tanto sottintesa che non l’accennai, anche perché il Mazzucato non credesse che io volessi o tergiversare o assicurarmi una qualunque scappatoia.

Veniamo adesso al concreto.

Sul Quando gli risposi che sarei pronto anche subito: egli soggiunse che trattandosi anche di riformare il giornale sarebbe opportuno determinare il mio insediamento pel secondo semestre. Io verrei a Milano ai primi di Giugno per ben sistemare la cosa.

Quanto al Numero degli articoli vorrebbe esser sicuramente accaparato [sic] per 36 all’anno, cioè tre al mese. Mi pare un numero conveniente.

Quanto al determinare le materie ch’egli dovrà trattare io dissi che per un giornale il quale anzitutto deve viver d’attualità è assai difficile assegnare un compito preciso. L’unica distinzione che si può fare è quella degli articoli di Cronaca, di critica dei teatri, degli artisti, dei concerti dagli articoli puramente di estetica, di filosofia, di scienza e di erudizione Musicale. I primi sarebbero di mia pertinenza, gli altri di sua, tranne quelle eccezioni che anche in queste categorie possono verificarsi per circostanze speciali.

Quanto alle Rassegne Bibliografiche avrebbe avuto desiderio che ne affidassi esclusivamente la trattazione: siccome questa è una rubrica che può divenire molto importante qualora se ne allarghi i confini e se ne precisi gli intendimenti non ho creduto bene di promettergli un ingerenza [sic] esclusiva, anche per evitare la monotonia. In questo si potranno fare delle suddivisioni ed accordarsi in seguito. Conclusi col dirgli che assunti i reciproci obblighi della collaborazione e dell’accettazione, quanto alle materie, anche indipendentemente dai tanti soggetti che ha già pronti, o preparati o ideati, non ci sarà penuria per il suo bell’ingegno. Dal modo in cui jeri mi ha trattato il Mazzucato, io non ho che nuove ragioni per conservarmi la sua cara amicizia, il suo intervento, e il suo consiglio attivo specialmente nei primordi. Spero che dall’accordo delle forze il tuo giornale non farà che guadagnare in quella stima che ha fino adesso meritata. Alcuni altri particolari ometto, ché il Mazzucato stesso te li avrà detti. Quanto all’argomento più essenziale di tutti ch’è il definito accordo con te, trattandosi di pochi giorni (se non ti spiace) ti attendo a Venezia subito dopo le feste. Se però in qualunque momento credi necessario che venga, sono sempre pronto ad un tuo cenno. Ti avverto però che probabilmente le tre feste Pasquali le passerò in campagna da mia sorella. Sarò a Venezia indubbiamente il Giovedì della stessa settimana.

Dell’opera di Villanis non ti posso dir di meglio e di più di quanto ti scrissi particolarmente e di quello che leggerai sul numero venturo della Gazzetta. Quanto all’esito, ha piaciuto ma senza entusiasmi: l’ultima sera si volle la replica del gran Duetto del 2.° atto ch’è veramente un pezzo ispirato. Mazzucato ti dirà ancor più diffusamente. Quanto alla commerciabilità persisto nel credere che non sarebbe un cattivo affare, qualora si potesse averla a buoni patti. Un esito, anche discreto, alla Fenice è sempre qualche cosa. E’ Musica facile, popolare, che non richiede gran difficoltà d’esecuzione né per il canto né per il dramma. A quanto so non è ancora venduta: credo che per ora il Villanis d’accordo con l’Impresa Marzi voglia farla girare per conto suo: di questa sua intenzione me ne parlò egli stesso. Anzi stamattina ebbi da lui una lettera di semplice complimento: se vuoi che rispondendo scavi terreno, avvertimi subito e in che termini. Il Lucca posso assicurare che non l’ha comperata. Per la stagione del Santo la si fa a Padova, e colla Bendazzi a cui sta benissimo. Ricordati che la Bendazzi l’anno venturo canta alla Scala. Villanis, dietro anche mio consiglio, è intenzionato di fare qualche mutamento indispensabile per l’effetto, per l’equilibrio delle parti, e per facilitare l’esecuzione. Così impicciolirà d’assai la parte del contralto, e invece del duetto fra soprano e contralto ne scriverà uno per baritono e soprano che manca. La situazione è trovata, e per un [*****] non c’è male. Sarà levata anche l’aria del Sorbetto dello stesso contralto, che interrompe sul più bello l’azione, raffredda il pubblico, e non cava un ragno dal muro. A me piace pochissimo che le opere si raggiustino, si rattoppino; ma in questo Vasconcello sarà necessario il farlo. Insomma la mi pare adesso più che altro una quistione di cifre: non si può decidere della bontà dell’affare per l’editore se non si conoscono le pretese del Maestro. A Padova ci danno due milla [sic] lire! Ecco il caso in cui non sarebbe stato azzardato un contratto di sorte [?], siccome pareva a me. Gallo in questo argomento è pessimista ed ha più che ragione quando mi tira fuori al confronto Verdi!

Insomma per pura etichetta io devo rispondere al Villanis: per farlo aspetto un tuo riscontro.

Il Vasconcello non è certo quella bella cosa che si dice, ma da quel che vidi stampato è più Musica della Sig.a Jone, in cui senza ombra di prevenzione ho trovati ritmi così convulsi e non sensi drammatici tali, da non potermi capacitare come un pubblico educato li applaudisca!

Ti rinnovo sempre i più sentiti ringraziamenti per quanto fai per me: ricordami alla Sig. Giuseppina, al caro Giulio, ai Brentano se li vedi o in città o in quel tuo paradiso della Tremezzina. A rivederci. Amami e credimi

Tuo aff.

F. Filippi

P.S. Bella la Corr. da Napoli del Pungolo. Viene proprio da Napoli??

Trascrizione di Giovanni Vigliar

Tipologia lettera
Sottotipologia lettera
Scrittura manoscritto
Lingua italiano

Medatadati Fisici
Nr. Fogli 2
Misure 211 X 130 mm

Lettera titolo LLET007101