Data: 25/10/1863



Luogo: Torino

ID: LLET007119




Torino 25 Ottobre 1863

                           

Caro il mio Eugenio!

Tu crederai che la Messa m’abbia decisamente esorcizzato! Oggi soltanto S. M. si degnerà di firmare il mio decreto di cittadinanza e quindi dovrò aspettare ancora qualche giorno prima d’averlo fra le mani dovendo passare per la corte dei conti per l’Ufficio del R. Emolumento e che so io. - Mi dorrebbe assai di non poter assistere alla 1a rappresentazione del Faccio, ma ad ogni modo se la recita ha luogo prima di Sabato p.v. mandami un dispaccio Hôtel d’Europe che verrò a Milano appositamente. Resto qui con tanta ostinazione per poter rientrare alla Redazione delle Appendici nella Perseveranza col 1° di Novembre, siccome siamo d’accordo col Direttore Allievi, e se non fossi venuto a Torino, ti assicuro che il Decreto lo avrei aspettato un pezzo e non avrei potuto mai mettermi in regola e incominciare a lavorare. - Una delle mie prime cure dopo l’articolo sull’opera del Faccio sarà di scrivere sulla nuova società del Quartetto in modo da persuadere il colto pubblico della sua utilità e importanza. Ne ho parlato già alla brava pianista Rita Montignani allieva del Golinelli, la quale vuole essere iscritta come socio protettore: mandale anzi il programma e la scheda Via Montebello N.° 9 e riceverai di ritorno la soscrizione. - Essa poi mi si offerse di venire a Milano per la prima Accademia d’Inaugurazione disposta a suonare qualche cosa di classico specialmente i due famosi quartetti di Beethoven e Mendelsshon [sic] per piano e istrumenti d’arco, che ha suonati anche a Firenze con molto successo. - Anche il Ritter mi scrisse da Firenze facendomi l’eguale offerta e bisognerà accapararlo [sic] per tempo, perché son certo che la musica d’insieme col suo concorso avrà un tale effetto, da chiamare nel seno della società anche i più restii. Dirai anche a Giulio tutto ciò e terrete in conto queste idee per attuarle, quando che sia. Anzi io direi che tu scrivessi al Ritter per ringraziarlo delle sue buone intenzioni, salvo poi di farlo socio protettore onorario come lo fecero a Firenze dopo ch’ebbe suonato. Il suo indirizzo è Via de’ Papi N. 9 o 5, perché bene non mi ricordo. La Montignani mi disse che Golinelli (suo maestro) si è lagnato con essa, che voi non abbiate seguito il suo programma nella formazione della Raccolta classica per piano e che vi abbiate introdotto dei pezzi ch’egli non considera degni d’appartenervi. Cosa vi ha di vero in ciò? Ad ogni modo te ne avverto per ogni tua norma e regola.

Avrai ricevuto spero il mio dispaccio di jeri. Non fui mai al Vittorio perché non avea voglia d’udire la Marta e la Jone, ma credo che il giudizio che ti diedi per dispaccio sia innapellabile [sic]. Del Quintili-Leoni puoi informarti anche a Milano, ché cantò al teatro Re nella Linda e non fece né freddo né caldo. Il basso Cesari è inferiore alla sua fama; stona e non capisce niente. La Stoltz [sic] è un avanzo, un cascame che grida e che potrebbe fare effetto nella cabaletta del Simone, purché non rinnovi il famoso esempio della Bendazzi alla Scala. Il Valentini-Cristiani poi è un cane nel vero senso della parola. - Stasera vado appositamente alla Jone e te ne darò novella domani. Siccome non sarà una quistione di gran interesse per la tua casa, così credo che par meglio aspettare di dare il Boccanegra con migliori artisti e in un teatro ove ci sia un pubblico che capisca e che abbia autorità. Al Vittorio non c’è che feccia non ci sono abituées [sic], dunque non c’è pubblico. - Quanto al Carignano è vero quanto mi scrivi: il Landi e l’Impresa sono alieni dal Mazzeppa [sic] e l’Impresa cerca tutti i pretesti per non darlo: ed è peccato davvero perché l’Aldighieri son sicuro che farebbe di quella parte una creazione, come fece dell’Oloferne. Ho parlato molto con esso e con sua moglie di questo affare e ne parleranno all’Impresa, non si sa con che esito. Sarebbe una bella occasione perduta di dare risalto ad uno spartito, che a dirti il vero mi pare non possa reggersi che con una squisita esecuzione. - Ebbi questa impressione a Bologna e me la confermai jeri passando tutta l’opera coi conjugi Aldighieri e col [(forse Fummi, per Venceslao Fumi: v. LLET007118)]. Puoi scrivermi ancora a tutto Martedì presso Giudici o meglio qui all’Hôtel d’Europe. Ricordati della Montignani (socia pagante) e di Ritter e dammi notizia dei Profughi ché già avrai sentite le prove d’orchestra. Che effetto fa l’istrumentale? Bondì. Tanti saluti al caro aff. Giulio e a te dal tuo

Filippi

Salutami tanto Beppina!

Trascrizione di Giovanni Vigliar

Tipologia lettera
Sottotipologia lettera
Scrittura manoscritto
Lingua italiano

Medatadati Fisici
Nr. Fogli 2
Misure 210 X 133 mm

Lettera titolo LLET007119