Roma 12.4.1920

Pensione Dinesen. 19 Via delle Fiamme

Egregio Commendatore.

Le ho spedito, a mezzo corriere, la partitura, come era stato convenuto. Quantunque, come ella sa, si tratti di intermezzi tolti da un melodramma destinato al rogo, da oggi considero questa mia opera sinfonica come una delle meglio riuscite e vedrà che verrà molto eseguita. Attendo il contratto e la prego di includere la clausola, che materiale e partiture devono essere stampati entro ottobre o novembre 1920 al più tardi, altrimenti si perde un anno. Mi occorrono una dozzina di copie della partitura, grande o piccolo formato, fa lo stesso. Devo darne 2 in America, 2 a Parigi, 2 a Londra, 1 a Toscanini, 1 a Molinari e ne voglio qualcuna per me. Così fa anche l’editore di Londra e perciò riesce ad avere molte esecuzioni ed è questo che importa.

Ella sa con quanto entusiasmo io abbia accolto questa occasione per entrare in rapporti con la sua casa, però io non mi trovo in condizioni finanziarie tali da poter fare un contratto “in perdita”. Tutt’altro, le confesso che ho bisogno di aiuti. Ella saprà meglio di me come fra carta, copista e spedizioni io abbia speso trecento lire circa. Non sono un dilettante, non posso spendere denaro per le mie opere. Crede lei ch’io non viva del mio lavoro? Per cominciare con la sua casa io faccio ogni sacrificio e vorrei non chiedere nulla senonché mi occorrono al più presto mille lire. Per tale cifra io le faccio ogni migliore condizione, le cedo i diritti sino al rimborso della somma in questione. In una parola mi rimetto a lei. Spero che non vorrà farmi nascere la convinzione che il mio paese vuole farmi morire di fame! Scusi la mia sincerità e la ringrazio anticipatamente. Devo pagare Caporetto!

Con i migliori saluti, mi creda il suo aff.^mo

G. Francesco Malipiero