Al Pregiatissimo Signore
Il Sigr Giovanni Ricordi
Editore di Musica in
Milano
 
Carissimo Signor Giovanni
Costantinopoli 25 Aprile 1849
Categoricamente, come Ella desidera, riscontrerò le di Lei ultime due lettere una delli 18. p.p. Marzo e l’altra delli 5 corrente.
Spero che Ella sarà possessore della mia ultima lettera in data 18 [?] marzo come pure delle altre antecedenti delle quali non mi da nessun cenno, ma che però confermo e da ciò avrà veduto che puntualmente riscontrai in proposito le di Lei lettere e che il nostro carteggio camminò regolarissimamente come pure acuso aver ricevuto tutto ciò che fino il giorno 18 marzo Ella mi ha spedito.
Se ritardai qualche giorno a riscontrare le sudette lettere fu perché avendo ricevuto per mezzo del corriere di Vienna la di Lei lettera d’avviso delli 18 marzo contenente la fattura N° 123., volli prima aspettare l’arrivo del Vapore dell’altro giorno, come difatti ricevetti l’accennato pacco.
Ora sono a Lei debitore di franchi 13.81 della fattura N° 76, di franchi 100 per la partizione del Roberto il Diavolo, ed austriache L. 4.50 per spese della spilla.
Tutto ciò trovasi espresso nella sudetta fattura N° 76 come Ella può benissimo verficare.
Più ancora le debbo franchi 93.18 della fattura N° 123.
Dunque il mio debito con Lei monta a effettivi franchi 206.99. per musica ricevuta, a Lire aus. 4.50 per Spese da Lei fatte per la mia spilla già ricuperata.
La sudetta somma Le sarà rimessa dalla Signora Cominotti [Emilia Cominotti] la quale partirà per la volta di Milano col Vapore del mese di Maggio, così non ho incomodato il mio amico Severi di Trieste e sparagno tre o quattro fiorini per l’impostazione di qui a Trieste.
Credo che nulla porterà a Lei diferenza questo mio procedere, non facendo ritardare il mio apuntamento che pochi giorni.
In quanto al mio Inno in Lingua Turca, oggi lo consegnai alla persona che lo farà presentare a Sua Maestà Il Gran Signore, ed appena avrò avuta la permissione di pubblicarlo, mi procurerò una buona traduzione in lingua Italiano acciochè Ella possa stamparlo col doppio testo, e gliene manderò copia per il mezzo sudetto, ciò che si potrà facilmente fare poiché le parole Turche vi sono scritte coi carateri francesi, non potendosi fare altrimenti poiché la sillabazione Turca cammina viceversa della nostra e non permette la separazione delle silabe; però troverà L’Inno intiero stampato in Turco dopo il frontespizio, come pure nel primo frontispizio il Turà, ossia l’armo del Gran Signore messavi per autorizazione Reale ciò che da un gran riglievo pressi i Turchi alla mia composizione.
Vedo con dispiacere che la di Lei Gazzetta tanto accreditata non sia tornata alla luce ma mi lusingo che non tarderà molto ad esserlo ed allora potrà parlare in proposito del mio Inno e del regalo ricevuto – ma veniamo alla sua delli 5 corrente.
Ella desidererebbe che io le precisassi il tempo della mia dimora qui in Costantinopoli ciò che mi è impossibile perché, è ben vero che i miei affari non vanno male, ma però presentandomi occasione per cangiar fortuna, non vorrei aver nessun legame che me lo impedisca, molto più che fui lusingato per PietroBurgo.
Quanto poi ad un stabilimento di un negozio specialmente destinato alla vendita di musica, avendo preso le dovute informazioni più esatte, ne veggo l’impossibilità non solo perché gli affitti sono esorbitanti, ma anche molte persone qui fanno venire della musica sia di Francia, di Napoli, di Vienna etc. onde sarebbe un azzardo l’impiantarvi un negozio, molto più poi che sorgerebbero molti che mi farebbero concorrenza, per cui mi limiterò per ora a domandarle quella sola quantità di musica di cui avrò bisogno e di cui potrò disporre che sono certo non sarà tanto minima.
Intorno ai suoi spartiti noleggiati al Signor Naum, gliene feci parola e mi rispose che appena terminata la stagione teatrale sarà sua cura di spedirgleli fino a Trieste.
Confermo la mia delli 28 scorso Marzo dove le ho confermato la nuova musica che spero riceverla col prossimo Vapore.
Si compiaccia di dire al Signor Carlo che madamigella Thevenart gode perfetta salute e lo saluta caramente.
La ringrazio infinitamente per le ricerche fatte del mio amicissimo Muzio e spiaciemi assai non saper positivamente dove si trova, perché mi preme assaissimo sapere dove ha messo quelle carte che egli conosce.
Verdi lo saprà, e La prego in qualunque modo scoprirne la dimora.
Tanti saluti alla Signora Peppina, a Carlo, ed un bacio al mio Tito, e Lei caro Signor Giovanni si ricordi spesso del
Suo Aff.mo Servo ed Amico
Angelo Mariani
Trascrizione di Attilio Giovagnoli, Luigino Pizzaleo
Persone citate
Emanuele Muzio

Tipologia lettera
Sottotipologia lettera
Scrittura manoscritto
Lingua italiano

Medatadati Fisici
Nr. Fogli 1
Misure 270 X 209 mm

Lettera titolo LLET010271