Data: 1/2/1891



Luogo: Cerignola, Foggia

ID: LLET010849




[N.628/N.11]

Cerignola 1°.Febbrajo '91 =

Ill.mo  Sig.r  Comm.re Giulio Ricordi,

non pongo tempo in mezzo a rispondere alla Sua del 30 Gennajo u.s. che mi ha meravigliato assai.– Non credevo che si dubitasse di ciò che affermo risolutamente: è da poco tempo che io mi trovo in mezzo a questi affari, ma vedo con dolore che da tutte le parti primeggia terribilmente la mala fede: e malafede trovai già nel Sig.r Avvocato Panattoni e nell'illustre Cav. Giovanni Verga; e malafede trovai poi nella Benemerita Società degli autori; e malafede trovo oggi in Lei.– Mi si domandano le prove delle mie asserzioni? – Si vuole che io faccia dei nomi? – Si crede che io dia ascolto a pettegolezzi interessati?– Si crede dunque del tutto che io sia il solito strumento inconscio di lotte editoriali?– Ma, per Dio! basta!- Io non ho mai dato ragione a nessuno di trattarmi in questo modo.– Ne sono addirittura stufo.– C'è troppa differenza fra il mio modo di trattare e quello di …..qualcun altro!– A Roma, dopo la seconda rappresentazione della mia Cavalleria, si fece di tutto per farmi commettere un'azione inqualificabile di ingratitudine: si usarono tutti i mezzi, anche quelli non leciti: i telegrammi piovevano all' Avv.to Panattoni, telegrammi incoerenti, che cozzavano tra di loro; uno di questi portava la firma del M° Puccini, il quale, più tardi a Milano, mi confessò che non sapeva niente di nulla.– E malafede ancora!– E non si potranno negare queste cose che ho veduto cogli occhi miei e udito coi miei orecchi.– Si cercò perfino di approfittare della mia confusione, dovuta a quel successo improvviso ed inaspettato.– Si prendeva ad occhi chiusi tutto quello che avrei dato: si voleva anzi, ad ogni costo, che io partissi per Milano col Guglielmo Ratcliff, che sarebbe stato accettato senza nemmeno guardarlo.– E tutto questo dopo avermi rifiutato un tozzo di pane quando morivo di fame; e tutto questo dopo avermi messo alla porta quando già ero riuscito il primo nel Concorso Sonzogno; e tutto questo ancora dopo aver trovato brutto il racconto di Santuzza nella Cavalleria.– E proprio adesso ho sott'occhio la cartolina del M° Puccini che riguarda quest'affare.– Si negherà anche questo?– E perché tutto ciò?– Forse per sentimento d'arte?– Oh! no, addirittura no.– ché, se ciò fosse, un vero artista come Lei non avrebbe aspettato il successo della Cavalleria, di cui conosceva già il pezzo dominante: il racconto di Santuzza.– Ed il Ratcliff è di molto precedente alla Cavalleria; ed il 13 Gennajo 1888, per ossequiare l'amico ed il maestro, mi portai a Napoli dove si trovava Puccini per le sue Villi; ed avevo con me tutto il quarto atto del Ratcliff, già istrumentato; e scongiurai Puccini di portarlo a Lei: l'avrei ceduto gratis.- Puccini lo guardò tutto, mi fece degli elogi, ma....il Ratcliff rimase a me.–

A Firenze Ella mi disse: <<ma perché non scrivere direttamente a me?>> – Non ebbi, allora, i coraggio di darle una mortificazione: oggi Ella stessa me ne da il dritto: scrissi, scrissi anche a Lei, or fanno tre anni; e Le scrissi una lettera che non doveva, a parer mio, passare inosservata nel bujo del cestino; e la sopraccarta la feci proprio come ora, colla parola Personale.– Ma non ebbi risposta.- Conservo ancora la copia di quella lettera e sono pronto a farla conoscere.– Io conservo tutto, tutto.– Quanti documenti stanno presso di me!- E guai a chi mi tocca.– Mi sento troppo forte e troppo più onesto di tanti e tanti!– Perché dunque si è fatto sempre di tutto per togliermi al Sig.r Sonzogno? Per il solo spirito di parte!– Eppoi s'ha il coraggio di parlare di pettegolezzi interessati?!– Oh! quanto siamo lontani e disparati!!– Il carattere di un uomo si rivela dalle sue azioni, dai suoi pensieri.. Che risposi, nel maggio a Roma, all'on. (allora) Panattoni?– Gli dissi che avevo già un contratto coll'Editore Sonzogno.– E ciò non era vero, poiché il contratto lo firmammo dopo tutte le recite.– Questo fatto Le dovrebbe bastare per giudicarmi meglio.– E, se non questo fatto, Le doveva bastare il mio modo di agire in seguito, quando avevo dimenticato tutto.– Comprende?- avevo tutto dimenticato.– Avevo dimenticato anche che il povero Sig.r Cesare Nuti venne un giorno a trovarmi assai perplesso, pregandomi di scrivere a Lei che lui, poveretto, aveva fatto il possibile e l'impossibile per concludere qualcosa; poiché si minacciava di licenziarlo.- Ed io Le scrissi di buon grado.– Oh! quanto mi sentivo, fino d'allora, più grande di tanti e tanti!– Ed oggi viene Lei a dirmi, nella sua lettera, che io ignoro completamente che cosa sieno affari, o per lo meno come si trattano gli affari in Casa Sua.- Oh! non dubiti, non lo ignoro: ne ebbi uno splendido esempio nel Maggio del '90.– Ella, forse, credeva oggi di darmi una lezione.– Non cerchi di ripetere il giuochetto!– Né mi creda troppo ingenuo, chiamando contratto perfettamente regolare moralmente e legalmente una privata lettera; per quanto io stesso la riconosca, soltanto moralmente, però.- Ma, dico io, è il caso questo di parlare di moralità?– Ella dice che ora non è il caso di discutere il nostro contratto: (lo ripete per farmelo meglio capire) e allora si discuterà quando sarà il caso, non è vero?– E va bene!– Per quell'epoca mi tengo in serbo altre sorprese, sempre documentate, alle quali aggiungerò, oggi stesso, una copia di questa lettera.-

In quanto a farle il nome di quel carissimo amico che fece quella tale dichiarazione, oggi non posso servirla, poiché non sono ingenuo.- I nomi verranno fuori a tempo opportuno.– Però mi limito a dirle che non è suo impiegato.- Ma già è inutile: non c'è peggior sordo di quello che non vuol sentire!– Ella, dopo questo, si farà il dovere di pensare sempre a pettegolezzi interessati.- Io, da parte mia, attendo ancora una sua lettera per pensare poi a pubblicare una dichiarazione, dalla quale risulti assolutamente che io non ho alcun contratto legale con nessuna casa editrice di musica e che non ricevo compensi da nessuno: s'intende bene eccettuato lo stabilimento Sonzogno.– Se, dopo questa mia dichiarazione, Ella crederà bene dare pubblicità al nostro contratto, padronissimo pure.- Allora, poi, giacché saremo sulla via della pubblicità, verrò fuori io con nuove sorprese, sempre documentate, e con fatti e con nomi.-

Mi perdoni ancora se oso parlarle così; ma, d'altronde, Ella mi ci ha costretto: sento troppo di essere il più forte!– Il che non mi toglie l'occasione di segnarmi con rispetto

Devotiss.mo

= Pietro Mascagni =

Trascrizione di Archivio Ricordi


Tipologia lettera
Sottotipologia lettera
Scrittura manoscritto
Lingua italiano

Medatadati Fisici
Nr. Fogli 2
Misure 210 X 135 mm

Lettera titolo LLET010849