Novara, li 21 Fe 1835

 

Amico Caris.^mo

Mi trovavo nelle mosse della partenza quando ricevei la grata tua in Torino, ed appena qui giunto fui obbligato qualche giorno a letto, perciò non potei prontamente riscontrarti. Ti ringrazio di cuore pei complimenti che mi fai, come de’ [****] dell’Enrico che graziosamente mi spedisti. Intorno alla Francesca Donato, la proprietà è tanto mia come di Consul, poiché in Scrittura non è specificato nulla in proposito. Ciò che riguarda lo spartito bramerei che attendesti in acquistarlo, poiché d’accordo con Romani vogliamo rifare il 3^zo Atto, che riesce freddissimo in Teatro a causa di avere il medesimo voluto far cantare una morta, e tanto ciò come la machina per far sortire la d^ta riesce ridicolo e di nessuno effetto. Intorno i pezzi, potrei darti La Cavatina della p^ma donna. Duetto Basso e Contralto. Duetto 2^do fra Soprano e Basso. Aria di Tenore. Un Coro di Donne ed un Ballabile curioso p[er] solo Piano forte ridotti da me, che Truzzi poi potrebbe rivedere. Scriverò a Consul, se vuol fare in amicizia a metà, altrimenti son deciso di prevalermi della mia Scrittura e dargli alle stampe col maggiore mio interesse.

Eccoti quant’occorre sinceramente, scrivimi e dimmi cosa decidi, ond’io possa sapermi regolare.

Gradisci tanti complimenti di mia moglie, sta sano e cred.^mi

Tuo Aff.mo Am.

Mercadante