Data: 21/9/1947



Luogo: Roma

ID: LLET020854




Roma 21 settembre 1947

Caro e gentile Dott. Bai,

La ringrazio vivamente per la Sua cortese lettera e del Suo tentativo affettuoso per la rappresentazione alla Scala del mio balletto. Non mi sono mai fatto illusioni in proposito, perché conosco troppo bene le difficoltà di ogni genere che si frappongono ormai tra il musicista ed il pubblico.

Circa le osservazioni di Labroca sarebbe interessante sapere se le difficoltà di ordine finanziario che egli ha invocato sono una cortese maniera di girare l’ostacolo. Ciò dico perché proprio nei riguardi del “Racconto d’inverno” non dovrebbero sussistere. Egli sa, perché glielo ho scritto direttamente, che possono noleggiarsi presso il Teatro dell’Opera le nuovissime scene ed i nuovissimi costumi di Mario Pompei: e questa è cosa che avviene normalmente tra i grandi teatri nei periodi di magra finanziaria (è stato fatto dall’Opera per “L’Oro” di Pizzetti ed è anche intervenuto uno stabile accordo in materia tra i due teatri). Quali sarebbero dunque le spese del “nuovo allestimento”? Le scene, no, i costumi, no, il corpo di ballo, no, perché è pagato tutto l’anno, lavori o non lavori, il coreografo idem. E allora? Mi sembra che se le difficoltà finanziare sussistono, opportunità migliore per includere in cartellone una “novità”, senza incorrere in spese e sovratutto in rischi, non potrebbe esserci. La logica mi conduce a queste lapalissiane conclusioni.

Se invece la resistenza di Labroca fosse dovuta alla sua personale valutazione del nome dell’autore e del lavoro (che tra l’altro non conosce), allora soltanto una cosa gli si potrebbe opporre: la precisa e ferma volontà dell’Editore, legittimata dai precedenti dell’opera che intende difendere, tutelare e far conoscere al pubblico.

Da ciò che io Le scrivo Ella sarà senza dubbio incoraggiata a tornare da Labroca contestandogli tutte queste cose.

Mi dolgo soltanto di recarLe tanto disturbo: ma Ella comprenderà senza dubbio e compatirà da un lato il vecchio amico e dall’altra l’ansia di un musicista con le carte in regola.

Con viva affezione mi creda Suo

 

 

 

 

 

Roma 21 settembre 1947

Carissimo Franco

ho ricevuto una gentile lettera del vostro Signor Bai, il quale mi riferisce di un suo passo presso Labroca per l’inclusione del mio “Racconto d’inverno” nel cartellone della Scala. Il passo, naturalmente, non ha avuto successo.

Ti accludo copia della lettera che ho inviato a Bai in risposta, perché tu ne sia edotto qualora ti capiti di poter spendere per me una parola presso Labroca.

Con i più affettuosi saluti anche per i tuoi

Renzo

Trascrizione di Claudio Favret
Tipologia lettera
Sottotipologia lettera
Scrittura dattiloscritto
Lingua italiano

Medatadati Fisici
Nr. Fogli 2
Misure 290 X 228 mm

Lettera titolo LLET020854